Italia Film Fedic, premio alla carriera a Renato Carpentieri: “Oggi gli attori sono utilizzati solo per le belle facce, non c’è più autonomia nell’interpretazione”

Italia Film Fedic, premio alla carriera a Renato Carpentieri: “Oggi gli attori sono utilizzati solo per le belle facce, non c’è più autonomia nell’interpretazione”

“Il mestiere dell’attore oggi è diventato molto facile, può dare molte soddisfazioni economiche ma bisogna essere conformi. Non esiste più un’autonomia nelle interpretazioni, l’attore viene utilizzato alla stregua di un attrezzo, una bella faccia ma senza anima”. Lo ha dichiarato l’attore Renato Carpentieri, 80 anni, alla 73^ edizione di Italia Film Fedic, la Mostra del Cinema di Montecatini organizzata dalla Fedic – Federazione Italiana Cineclub, una delle nove Associazioni di Cultura Cinematografica riconosciute dal Ministero della Cultura, nata nel 1949, dove gli è stato consegnato il premio alla carriera presso il Cinema Imperiale dalla madrina del festival Milena Vukotic.

“In molti – ha spiegato l’attore campano – arrivano alla regia senza avere alcuna idea di come si recita, ci si basa solo sulle facce giuste. Non sanno neanche cosa possono chiedere all’attore, cosa può dargli di più per migliorare un film. La colpa è generale, le scuole di cinema oggi sono tantissime ma lavorano tutte nello stesso modo, formando volti e standardizzando i metodi. Tranne rari casi, è difficile riconoscerli, sono intercambiabili, e così cala la qualità generale. Ma l’attore non è un attrezzo che si può essere sostituito da un altro uguale”.

“Anche i casting ormai hanno un ruolo, a mio parere, distorsivo sulla pratica attoriale, che impone una standardizzazione dei volti e nella recitazione. Ma i registi hanno bisogno non solo di vedere film ma tutto ciò che riguarda un attore: per esempio, come si comportano in teatro. C’è bisogno di una rieducazione del pubblico, con opere di livello. Purtroppo quello che si vende nella maggioranza dei casi sono i “paccotti”, come si dice a Napoli, magari ben confezionati, con 3 o 4 attori di grido su cui basare un canovaccio, per il resto un bel gruppo di attori funzionali che fanno parti come gli è stato imposto”.

Infine, dal palco del Cinema Imperiale ha lanciato un messaggio di speranza: “In questi giorni passati qui a Montecatini, mi avete restituito passione per il cinema in un momento di crisi che stiamo vivendo per la settima Arte. La mia formazione proviene proprio dai circoli del cinema come quelli della Fedic, erano una grande opportunità per vedere cose straordinarie. Svolgevano una funzione importantissima per la società. In questo festival ho visto che c’è ancora gente con questa grande passione e lascia ben sperare per il futuro”.