Festival

TESTIMONIANZE

Una riflessione sul 72. Italia Film Fedic
del Vicesindaco e Assessore alla Cultura del Comune di Montecatini Terme Alessandro Sartoni.

Con il 2022 e la rinnovata facilità di muoversi, programmare, far turismo di tutti gli italiani, ha ripreso vigore la rassegna Italia Film Fedic, di cui Montecatini Terme è storicamente sede, quasi senza soluzione di continuità.
I giorni di lavoro, relazione e premiazioni delle varie opere presenti in concorso sono stati accompagnati da una significativa mostra dedicata a Pier Paolo Pasolini, ospitata fino a fine luglio presso le Terme Tamerici, luogo dove la cultura ed in particolare Galileo Chini con alcuni suoi pregevoli lavori sono di casa.
La presenza di critici, specialisti del cortometraggio, autori ed esperti della materia è stata occasione per rinsaldare i rapporti col mondo del cinema, in una delle sue declinazioni più note: con l’uso delle nuove tecnologie ritengo che il cortometraggio possa vivere una seconda giovinezza anche al di fuori dei suoi storici canoni.
Con i nuovi strumenti sempre più raffinati e popolarmente diffusi tutti noi facciamo, più volte alla settimana, un nostro particolare e magari molto elementare cortometraggio che rappresenta momenti di vita vissuta.
Ecco perché parlo di seconda giovinezza: questa disponibilità di strumenti con la capacità di una sapiente interlocuzione col mondo giovanile potrebbe aprire vasti orizzonti a questa specialità della cinematografia e renderla, nella consapevolezza quotidiana, una palestra di cultura, un enorme database nazionale di quanto di bello c’è in Italia ed anche una possibilità occupazionale con lo sviluppo di future, nuove professionalità.
Aprire il mondo degli appassionati ad una platea potenzialmente sconfinata credo dovrebbe essere un Vostro obiettivo.
Grazie quindi ad Italia Film Fedic, al Presidente Caravello e a tutti coloro che si sono impegnati per realizzare una rassegna di elevato profilo.

 

Fausto Alongi
Essere premiato per qualcosa che continuerei a fare anche senza aver nulla da guadagnarci.
Se chiudessi gli occhi e pensassi a Montecatini percepirei ancora l’aria che ho respirato sul Viale Verdi, mi rivedrei al cinema seduto in ultima fila, al buio per restare solo con i film, i cortometraggi che mi hanno affascinato, rivedrei Laura e Lorenzo, sorridenti, talmente affettuosi con me, come se avessi realizzato qualcosa di meritevole.
Per le strade di Montecatini ho notato numerose sale cinematografiche, ho percepito l’amore per il cinema. Ma dalle mie parti per poter vedere un film devo percorrere cinquanta chilometri in autostrada, quindi ogni singola proiezione diventa una festa che riunisce tutta la mia famiglia. Quel quindici maggio era uno di quei momenti, uscito dalla sala quando mio padre ha ricevuto la chiamata da Laura, annunciava la mia premiazione e l’onore di poter premiare a mia volta Paolo Micalizzi. Da quella telefonata, ogni giorno fino al ventitré giugno è stato di attesa.
L’evento era previsto esattamente fra la seconda prova scritta e l’esame orale, ma se non riempissi ogni singolo secondo delle mie giornate mi sentirei perso; non potevo mancare all’evento.  La notizia è rimasta come fonte di motivazione nell’ottimizzare il più possibile la preparazione degli esami di Stato. Il ventidue giugno cominciano le prove scritte; il ventitré, subito dopo la consegna della seconda prova, è prevista la partenza verso Montecatini, novecentocinquanta chilometri. Tutto convergeva verso la consegna del premio, in ogni momento di debolezza, durante le lunghe giornate di studio, pensavo al premio e mi risollevavo.
Mi sentivo bene prima del ventiquattro, ma non ero ispirato. Mi è stata regalata un’esperienza lontana da casa; con le nuove persone con cui ho condiviso i pasti a tavola sono emersi diversi modi di concepire l’arte e la vita; mi hanno regalato nuove idee.
Mi è stata data l’opportunità di esprimermi, l’occasione di comunicare i miei pensieri ad un pubblico, grazie alla FEDIC i miei cortometraggi sono stati proiettati difronte ad una platea; io sono i miei cortometraggi. Si è creato un contesto, nel quale ognuno si è potuto esprimere liberamente con la propria opinione sulle mie idee, e dove io mi sono arricchito grazie alle osservazioni di persone con un’esperienza più consolidata della mia. Mi hanno fatto crescere.
Nella mia vita, voglio che la mia voce e le mie idee arrivino a qualcuno, voglio essere libero di esprimermi, di dire la mia e contribuire affinché qualcosa di buono cresca da queste idee.  Oggi sento di poterlo fare; mi è stata ridata la forza in un momento in cui tutte le mie energie vergevano verso lo studio, in un momento in cui rischiavo di abbandonare il cinema per dare tutto me stesso all’università.
“Caparbio come un calabrese”; come Paolo Micalizzi, così sono stato definito. Così oggi mi sento.
Essere apprezzato per quello che sei, alla mia età, ti dà la forza di continuare ad essere quello che sei.

 

Giuseppe Barbanti
72° Cinema Italia Fedic si è contraddistinto rispetto alle precedenti edizioni per l’allestimento di una Mostra di tema cinematografico che rimane aperta nella realtà di Montecatini per 38 giorni. Ciò significa che la ricaduta della presenza del Festival a Montecatini non è circoscritta ai soli giorni in cui si svolge la manifestazione, perché quanti visiteranno la mostra sino a fine luglio verranno a sapere che c‘è stato il Festival.
Altro aspetto positivo, in un periodo in cui le sale cinematografiche se la passano male, la scelta di  far svolgere la manifestazione all’interno del Cinema Imperiale, un contesto specificamente pensato per la fruizione dell’arte cinematografica.  Questa decisione è importante perché valorizza i “luoghi” del cinema, letteralmente scoparsi nei piccoli centri, laddove, se ci sono,  spesso le proiezioni sono diventate una delle tante attività che si svolgono in questi spazi.
Sotto il prospetto formativo delle giovani generazioni ed educativo del pubblico la scelta del cinema come sede della manifestazione  assume  un significato molto importante. Forse sarebbe stato opportuno approfittare di questa disponibilità e programmare alcune opere significative di Piavoli, specie per i giovani di FediScuola, e della Cineteca Fedic.  E sarebbe il caso di programmare queste personali nelle prossime edizioni sulla falsariga, in dimensioni ridotte, di quel che si fa al Festival del Cinema Ritrovato a Bologna e una volta si faceva a Venezia.
Sotto il profilo logistico le scelte compiute mi paiono aver avuto effetto positivo.

 

Valerio Caprara
MONTECATINI. IL RITORNO
Dopo molti anni sono tornato a frequentare la Mostra del Cinema di Montecatini nelle more, oltretutto, di un periodo non lieto sia dal punto di vista personale, sia da quello collettivo (a causa della maledetta pandemia che non accenna a recedere). Faccio fatica a usare la prima persona perché per antica consuetudine sono abituato a esprimermi in una forma plurale nient’affatto maiestatis, ma piuttosto mirata a mitigare la pretensione autoreferenziale spesso connessa all’esercizio della critica e saggistica cinematografiche. Faccio un’eccezione perché i sentimenti e i valori sollecitati dai tre giorni trascorsi nella celebre cittadina termale si sono rivelati –con la complicità di uno scorcio di giugno davvero piacevole, caldo di giorno, fresco di sera e in ogni caso antitetico ai maleodoranti bollori dei contesti metropolitani- una sorta di cura ricostituente migliore di quella che avrebbe potuto prescrivermi un bravo dottore: intendo dire che le qualità e i modi degli organizzatori di un evento non facile da gestire per il numero e il fervore dei convenuti mi ha riportato, senza per questo indulgere a una melensa laudatio temporis acti, al ricordo di tempi più sereni, inclusivi, propositivi e molto meno frenetici e competitivi. Come non dedicare, innanzitutto, un ammirato ringraziamento all’anima e il braccio principali del 72° Italia Film Fedic, il fraterno amico Micalizzi a cui l’età sembra aggiungere piuttosto che togliere adrenalina cinefila? Paolo non ha nulla dell’esperto sussiegoso, il consegnatario del sapere, il distributore di pallini o stellette perché, come recita una battuta del thriller argentino Il segreto dei suoi occhi “Una passione è una passione…Quell’uomo può cambiare tutto: la faccia, la casa, la famiglia, la ragazza, la religione, anche Dio. Ma c’è una cosa che non può cambiare, non può cambiare la passione”. Non gli è da meno il più giovane ma già veterano Gianluca Castellini che avevo conosciuto nelle vesti di deus ex machina del Sedicicorto di Forlì e ho qui ritrovato più operoso che mai in quelle (di taglia un tantino più larga) di condirettore artistico. Solo in quest’occasione, inoltre, ho potuto vedere insediato al vertice di un festival un signore –in tutti i sensi- come Lorenzo Caravello, anche lui dotato di simpatia e verve da vendere, ma soprattutto degno di fregiarsi molto di più di altri noti aspiranti della qualifica di “presidente operaio”: basterebbero per tramandarlo ai posteri i ruoli di presentatore, valletto, tecnico audio, intervistatore e intervistato contemporaneamente incarnati sul palco nel corso della serata finale.
Come sono sincero nel riferirmi al “capitale umano”, allo stesso modo confesso che non sono stato entusiasta della maggior parte dei cortometraggi ammessi alla volata finale. Se tuttavia sono soddisfatto del lavoro svolto e dei premi assegnati lo devo agli altri due membri della giuria: Roberto Lasagna, prolifico scrittore di cinema e operatore culturale di rango, ma soprattutto persona perspicace e squisita e Alberto Farina che cura attualmente la programmazione di Rai Movie, collegato a distanza per colpa di un Covid peraltro incapace d’inficiare la sua signorilità e la sua competenza. Il quadro non sarebbe completo se non considerassi Luca Verdone come componente ad honorem del nostro consesso: impegnato proficuamente nella sezione Incontri con Autori, Luca è tuttavia riuscito a starci quasi sempre vicino e a trasmetterci l’inestimabile carica della sua ironia e la sua libertà di pensiero e giudizio. In conclusione, anche con la coppia dei due premiati alla carriera – Ivano Marescotti e Franco Piavoli – la sintonia è stata spontanea e immediata. In particolare, ho scoperto che Marescotti non è solo l’attore che da più di trent’anni eccelle in tanti film diretti da registi di vaglia, ma anche un affabile conversatore: circostanza che in pratica rafforza la mia convinzione sull’opportunità da parte del critico di non coltivare rapporti stretti di conoscenza o amicizia con autori e attori… Per essere chiari, insomma, come potrei d’ora in poi recensire con assoluta oggettività (ammesso che esista) una prestazione di Marescotti dopo avere usufruito della sua intelligenza e della sua ironia? Queste note che rispondono unicamente all’intento di dedicare “to the happy few” il ricordo di un’esperienza oltremodo piacevole, risulterebbero ancora più trascurabili se non riportassero nell’ambito di un fenomeno assai più significativo: la voglia di partecipazione, la coesione ideale e la diffusione territoriale del popolo della Fedic. Si parla sino all’estenuazione –ma purtroppo con fondate ragioni- della crisi del cinema, della scomparsa delle sale pubbliche e dell’abitudine di frequentarle assiduamente, ma i segnali che provengono dal raduno annuale di questa storica e solida realtà associativa non servono a chiudere gli occhi, ma almeno inducono a considerazioni meno catastrofiste. Le forze che si oppongono ragionevolmente all’idea che fra la visione sociale su grande schermo e quella domestica non vi siano sostanziali differenze ci sono, a Montecatini le ho viste e sentite agguerrite in difesa del fulgore e la sacralità del cinema non solo sul piano culturale, ma anche su quello economico essendo altamente improbabile che le risorse derivate dalle piattaforme siano in grado di sostituire integralmente gli attuali ricavi del mercato. Il pericolo, mi sembra che l’abbiano avvertito lucidamente i discorsi e i propositi dei partecipanti, è un’offerta di cinema in sala sempre più omologata e povera, costretta in strettoie penalizzanti l’utente e limitata ai sia pure benefici exploit dei blockbuster (quelli buoni e in linea con le potenzialità peculiari del mezzo e quelli effimeri e sterili). La pandemia ha cambiato le modalità di consumo del cinema e se gli esercenti debbono adeguare gli orari degli spettacoli, puntare sul marketing territoriale, migliorare la comunicazione, lo sforzo deve essere comune e coinvolgere tutto il settore, produttori e distributori compresi. Dalla “stazione” di Montecatini si riparte sempre e ci si ferma solo per sentirsi uniti.

 

Marcello Cella
Il cinema e la vita
Alcune cose sul Festival cinematografico di Montecatini 2022 (e non solo)
La mia prima frequentazione del Festival Cinematografico di Montecatini risale al 1989. Da giovane laureato in Storia e Critica del Cinema accolsi con entusiasmo l’invito di Paolo Micalizzi a partecipare al mio primo Festival importante lavorando nel suo ufficio stampa. Da allora ne è passata di acqua sotto i ponti. Tanti anni di cinema, incontri, persone, pezzi di vita, suggestioni, nostalgie che ho mantenuto nel mio dna emotivo e culturale. Ho sempre molto amato Montecatini (e anche Valdarno) anche quando non c’erano grossi nomi e grandi film in cartellone perché ho sempre pensato che questo Festival risponde pienamente alla mia concezione del cinema e forse anche della vita. Una volta in Romania un mio compagno di volontariato nei tristi orfanotrofi di quel paese mi disse una frase che ho sempre in mente quando penso al cinema ed al significato che dovrebbe avere per la nostra vita individuale e sociale: “Il volontariato per me non è diverso dalla vita. Uno dovrebbe aiutare gli altri come fa qualsiasi cosa nella sua vita quotidiana, mangiare, bere, dormire, amare, lavorare”. Ecco, per me, parafrasando la frase del mio amico, il cinema è tutto questo. Qualcosa che non è distinto dalla vita, ma ne è una sua parte. Nulla a che fare con lo star system, ma qualcosa che ha più che fare con la funzione sociale della cultura. Io nel Festival di Montecatini continuo a vedere un pezzo di questa concezione del cinema che considero la sua forza (e forse anche la sua fragilità). Nei cortometraggi in concorso, nei film realizzati nella scuola, nei cortometraggi internazionali e anche nelle premiazioni a grandi, e spesso misconosciuti, filmmaker continuo a vedere questa linea di continuità. Una idea di cinema che coniuga il presente con il passato, che fa dialogare e stare insieme generazioni diverse di cineasti, che parla del mondo contemporaneo e fa riflettere sui suoi problemi epocali, che racconta pezzi di società e storie di persone spesso invisibili sui grandi media, nonostante le imperfezioni e le fragilità, così umane però, dei cineasti. Un Festival cinematografico in fondo è un grande contenitore di storie e di riflessioni all’interno di un contesto di convivialità e di condivisione. Anche quest’anno ho ritrovato questa atmosfera di pacata e determinata riflessione sul nostro mondo attraverso il cinema con la nota positiva dei cineasti giovani, che magari poco sanno della storia di questa manifestazione, ma che continuano ad utilizzare questo linguaggio espressivo per raccontare e raccontarsi.

 

Lauro Crociani
Sono stati tre giorni pieni di convivialità che ci hanno dato la possibilità di riflettere su ciò che siamo stati, su ciò che siamo e su ciò che potremmo essere in futuro. Ringrazio dell’opportunità che mi è stata data. Mi sono reso conto della fortuna che ho nell’organizzare il mio festival abitando a soli tre chilometri dal Parco Acquasanta. Con questo voglio dire che se vi sono state delle pecche c’è solo da ringraziare chi ha lavorato pazzamente come Gianluca, Lorenzo, Laura, Paolo, Antonella (spero di non dimenticare nessuno). Circa le scelte dei premi fanno parte di una filosofia del festival, della sua soggettività da rispettare. Spero intanto vengano superate le difficoltà disseminate in questo periodo particolarmente difficile nei rapporti umani.
Grazie di tutto.

 

Carlo Griseri
Quella appena conclusa è stata la mia terza esperienza consecutiva a Italia Film Fedic, a Montecatini. Anno dopo anno, è evidente come la manifestazione stia consolidando la sua nuova identità, cercando di far convivere la sua grande storia e la necessaria attenzione a nuovi protagonisti e nuove protagoniste, cercando nelle generazioni più giovani nuova linfa per il futuro. Segnali importanti sono arrivati quindi dalla programmazione di nuovi corti, ma anche dall’organizzazione che ha trovato una vera sala, un nuovo spazio in programma per mostre e una struttura che sembra davvero sempre più solida.

 

Roberto Lasagna
Un’edizione importante quella della 72^ edizione di Italia Film Fedic, la Mostra del Cinema di Montecatini che si è sviluppata in cinque giorni con grande successo, rispettando le linee portanti di una concezione culturale saldamente ancorata alla volontà di lasciar posto ai nuovi sguardi, in un’atmosfera lieta, accogliente, finalmente libera da schemi e steccati. Il concorso dei cortometraggi, nella selezione ufficiale e nella sezione scolastica che quest’anno ha visto l’ingresso della Giuria Giovani, conferma l’eclettismo e l’apertura di un Festival del Cinema cui ha prestato un considerevole apporto il critico e operatore culturale Paolo Micalizzi, premiato dal Festival per l’impareggiabile contributo alla cultura e al cinema, ovvero alla realizzazione di uno dei più importanti e storici festival cinematografici in Italia. La giuria istituzionale, presieduta dal critico Valerio Caprara e composta dai critici Alberto Farina e Roberto Lasagna, attenta a individuare il nuovo nelle opere selezionate, ha assegnato l’Airone Fedic 2022 al cortometraggio “Nonhaimai” di Simone Vacca e Alberto Vianello del Cineclub “Corte Tripoli Cinematografica” di Pisa, e il parere è stato espresso all’unanimità, per un lavoro singolare in cui si racconta del ritrovamento di un nastro che contiene scene di amicizia forse premonitrici di rischiose pieghe in una vicenda che, a detta della giuria: “da un’idea originale e con una buona capacità di sintesi, riesce a costruire un enigmatico ed inquietante intreccio ottenendo anche una non scontata sintonia tra i giovani interpreti”. La bellezza di questo lavoro parte dall’imprevedibilità, agitando immagini enigmatiche, senza voler a tutti i costi chiudere frettolosamente il rebus, ma lasciando aperte delle porte. Analogo spirito di investigazione motiva il cortometraggio “Ad un passo dal buio” di Roberta Mucci del Cineclub Montecatini, premiato con una menzione speciale, la cui abile e disinvolta destrezza narrativa riesce, sempre a detta della giuria, “a comunicare una sensazione di disagio e di suspense cogliendo con una buona veridicità motivazioni e comportamenti dei giovani che crediamo di conoscere a fondo”. Una sorta di messaggio esplicitamente anti-dipendenze attraversa questo racconto musicato e intrigante, che si porta dalle parti del cinema frequentato da messaggi forti ed inequivocabili. Altri titoli di sicuro interesse sono stati portati alla luce dalla neonata Giuria Giovani formata da studenti di Montecatini e dintorni, che ha assegnato il primo premio al cortometraggio “Sì, lo voglio” di Rocco Olivieri e Vincenzo Cirilli, scritto da Enzo Bruno, del Cineclub Fotovideo di Genova.
Compatta, brillante e solare, l’edizione del Festival, con la presidenza di Lorenzo Caravello e la direzione artistica di Gianluca Castellini e Paolo Micalizzi, si è confermata come l’esempio di quello che dovrebbe essere, al meglio, un festival cinematografico, ovverosia una manifestazione ospitale e aperta al confronto, di forte sostegno al dibattito e in questo caso al cinema indipendente, come testimoniato dalla partecipazione a Montecatini Terme di moltissimi autori Fedic provenienti da svariati luoghi della penisola, espressione della tenuta di una manifestazione che afferma l’effervescenza del cinema indipendente.
Decisamente raffinati anche i premi speciali assegnati la sera della conclusione del festival, all’attore Ivano Marescotti e al regista Franco Piavoli: due figure così centrali e al contempo fuori dal coro.
Marescotti, che ha annunciato il suo ritiro dalle scene cinematografiche e teatrali dopo 120 film e innumerevoli esperienze sul palco (continuerà però a lavorare alla sua scuola di recitazione), ha ricordato il ruolo dell’attore secondo la sua concezione moderna ed eclettica per la quale qualunque ruolo merita rigore e rispetto (e si è sorpreso ricordando come un grande attore come Tom Hanks abbia recentemente messo in discussione la sua partecipazione al film “Philadelphia” che gli fece vincere un premio Oscar, rilasciando l’affermazione che un ruolo del genere avrebbe bisogno di un attore gay; per Marescotti un atteggiamento ingiustificabile, “come se un eterosessuale non potesse interpretare un gay… io ho interpretato un nazista, e rispetto quel ruolo, ma naturalmente non sono un nazista!”), difendendo un’idea resistente di cultura e di riflessione sul proprio lavoro che da sola meritava il premio. Piavoli, grande cineasta della natura e della libertà, si è detto sorpreso di non aver fatto troppi proseliti e di non aver avuto troppi imitatori, ma ugualmente ha ricordato come proprio Montecatini scoprì il suo lavoro, e come oggi, dopo tanti anni, quello stesso Festival rivendica e rammenta l’originalità del suo sguardo rigenerante e singolarmente “resistente”. Ci si augura che un Festival così fuori dalle mode come Montecatini, possa diventare, come esempio per i festival italiani, l’invito al ritorno di una “moda” specifica e davvero necessaria, lontana dai blasoni e dei clamori: quella dell’incontro e della reciprocità di visioni così appassionatamente espressa dalla 72^ edizione.

 

Rolf Leuenberger (Presidente UNICA)
Erano molti anni che volevo andare a Montecatini, anche l’anno scorso. Quest’anno finalmente ce l’ho fatta. Ho viaggiato da Lugano in treno via Milano e Firenze. La mia prima impressione di questa città è, e credo che Rolf Mandolesi sarebbe sicuramente d’accordo con me, una grande delusione. Il grande piazzale antistante la stazione mi accoglie desolato. Sulla strada per l’hotel, vedo molte case, negozi e alberghi chiusi e in parte fatiscenti. Proprio come si vede nei film di Mandolesi.
Mentre si svolge l’Assemblea generale della FEDIC, tuttavia, ho l’incredibile fortuna di vedermi mostrare Montecatini da Günther Haller. Lui, che era grande vincitore in questa città ai tempi del formato Super8, mi mostra i suoi angoli preferiti. Mi si è rivelata una Montecatini fantasticamente bella e storicamente interessante e per questo sono molto grato alla mia guida speciale.
Le proiezioni di film nello storico cinema Imperiale si svolgono in buone condizioni tecniche. Sono positivamente sorpreso dall’offerta di programmazione. Ci sono sorprendentemente pochi documentari. Noto d’altronde con piacere e in modo particolare, le buone performance attoriali. Mentre il mio punto preferito sono i film internazionali, come nei festival UNICA.
Da segnalare sono le tante interessanti tavole rotonde, gli omaggi per i meriti in tanti anni d’attività, ma anche gli immancabili ritardi, forse tipicamente latini. Mi ha colpito anche il fatto che ho notato solo alcuni (pochi) soci per ogni club, ma provenienti da ogni parte del Paese. Purtroppo, questa circostanza si riscontra oggi in tutti i Paesi.
Quasi tutti i partecipanti hanno mangiato e dormito nello stesso albergo e anche, forse purtroppo, sempre agli stessi tavoli con le stesse persone o amici di film. Il fatto che i giovani autori siano invitati appositamente è molto positivo. Ma questo non cambia il fatto – questa è la mia opinione personale – che la vita di club tradizionale sarà presto un ricordo del passato. La mancanza di un pubblico locale è tipica dei nostri eventi, ma i nostri bellissimi cortometraggi meriterebbero di più.
In conclusione, vorrei dire che Montecatini è il luogo ideale per il Festival Italia Film Fedic.
Spero anche che sia così per molti anni a venire.
Infine e non per ultimo, vorrei ringraziare tutti per la cordiale accoglienza. CiAK si gira e a presto.

 

Ivano Marescotti
Caro Paolo,
di ritorno dal Festival FEDIC 2022 a Montecatini mi porto dietro un senso di gratitudine verso la
FEDIC, la sua organizzazione e tutti quei giovani registi, attori e sceneggiatori presenti al
festival. Una presenza, la vostra (dopo più di 70 anni di attività costante) che resta la garanzia
certa che, nonostante le difficoltà e disavventure sia delle sale di cinema sia di realizzazione e
distribuzione dei film, quelle che un tempo si chiamavano “le pizze, le pellicole”, la garanzia,
dicevo, che quello che conosciamo come “cinema” si trasformerà ma mai morirà. Ad aggravare la
situazione è arrivata la pandemia covid che ha costretto ad una svolta epocale la storia del cinema inteso sia come film, ormai girati e proiettati in digitale, che come uso delle sale cinematografiche, ormai passate ad un livello residuale rispetto ai “tempi d’oro” del secolo scorso.
Quest’anno mi avete fatto l’onore di offrirmi, assieme ad un gigante della storia del nostro cinema come Franco Piavoli, il premio “alla carriera”. E mai premio fu così felicemente gradito in quanto segue di pochi mesi la fine della mia carriera avendo deciso di ritirarmi dalle scene e dai set cinematografici, cioè di non fare più l’attore, per problemi di salute. E doppiamente gradito, anzi direi triplamente gradito in quanto questo premio si somma agli altri due riconoscimenti ricevuti dalla FEDIC a San Giovanni Valdarno. Il primo del 1996 e il secondo, il “Giglio fiorentino”, nel 2012. La fortuna per il nostro cinema è quella di avere il volano costante della FEDIC che tiene alto, nel
tempo, i valori creativi e poetici nonché gli entusiasmi verso la creatività del cinema. Grazie.
Un abbraccio.
Ivano Marescotti

 

Tre Premi FEDIC per Ivano Marescotti


Carlo Menegatti
Siamo stati a Montecatini, io e mia moglie, in occasione dell’Italia Film Fedic, che si è svolto a fine giugno. Devo dire che la prima cosa che ho notato e che mi è particolarmente piaciuta è stata la concordia e l’armonia che ho riscontrato rivedendo i miei amici presidenti, vecchi e nuovi, di cineclub. Un clima, che ho notato, di partecipazione comune e di familiarità.  Mi sono sentito veramente parte di una associazione viva e aggregante, sarà stato anche l’hotel, arioso e spazioso, a creare questo clima, ma evidentemente indovinato per la location e gli ottimi servizi.
Questa situazione positiva non è venuta meno, anzi si è rafforzata, in occasione dell’Assemblea del sabato mattina, quando pur nelle diversità di opinioni, è stato fatto fronte comune per l’associazione nei riguardi del presidente Zeppi, che in qualche modo ha rappresentato il lato negativo di questa armonia collettiva.
Venendo al Film festival di Montecatini, l’ho trovato una manifestazione ricchissima di eventi, di sostanza e di innovazioni. Abbiamo partecipato alla visione di cortometraggi veramente notevoli e ricchi di spunti e con tematiche interessanti, in una sala proiezioni ottima.  Credo che abbia vinto il corto migliore, avrei votato anch’io per quello. Ci è molto piaciuta la selezione REFF e la partecipazione e la preparazione della giuria giovanile.  Ci siamo ripromessi di portare anche nostri soci all’Italia Film Fedic che si svolgerà nel 2023, perché possano vivere delle giornate di buon cinema amatoriale, con selezioni di film internazionali che ci hanno veramente colpito.
Abbiamo conosciuto l’attore Ivano Marescotti, indubbiamente un amico della Fedic, e rivisto con piacere dopo tanto tempo il regista Franco Piavoli, che aveva partecipato all’Unica del 1992 al Lido Estensi, e che è rimasto nei documenti RAI, intervistato dal TG3 di allora.
A tavola e nei momenti insieme abbiamo lavorato con Jacqueline Pante, presidente del Cineclub Merano, che fa parte del comitato organizzatore Unica 2023 a Comacchio, con Guenther e con il presidente Unica, venuto appositamente a Montecatini da Ginevra, per risolvere le problematiche ancora da disporre, per essere pronti a Locarno, quando andremo a fine agosto a prendere le consegne per il prossimo festival.
Naturalmente Rolf Leuenberger, il presidente Unica, che ha partecipato come ospite all’assemblea dei presidenti dei cineclub, ha approfittato dell’occasione per invitare i soci alla manifestazione Unica del 2022 a Locarno. Devo dire che partendo ha avuto parole di elogio per la nostra Federazione.

La delegazione UNICA (Carlo Menegatti, Jacqueline Pante e Rolf Leuenberger) insieme a Franco Piavoli

Veniamo ora alle eccellenze che mi hanno dato il senso di una associazione viva e veramente dinamica, al passo con i tempi e capace ancora di creare entusiasmo. La prima cosa la presenza di tanti giovani che fanno corti di qualità, sin dalla edizione dell’anno scorso si era vista la tendenza positiva.
Importante il processo di digitalizzazione che potrà mettere a disposizione dei circoli la smisurata mole di corti custoditi nella Cineteca Fedic e in quella del REFF. Ottima la presenza della direttrice della Cineteca di Ivrea, per quanto riguarda il REFF credo sia ormai un braccio armato della federazione, a cui mi rivolgerò presto per i miei progetti futuri.
Un momento toccante è stato il ricordo dei nostri amici che ci hanno lasciato, grazie anche alle commosse testimonianze di chi li ha ricordati, l’elenco dei tanti che mancano è stato duro da dimenticare.
Le note più liete sono state la presenza di tanti nuovi amici e di tanti nuovi cineclub associati, merito del nuovo gruppo dirigente. Infine ho molto apprezzato la Mostra su Pasolini, ben curata e significativa, un evento che ha dato un tocco in più alle iniziative del festival, che ci è stata presentata egregiamente.
Qualche pecca, e chi non ne ha, non aver potuto discutere di tutto durante l’Assemblea, i tempi sempre stretti fra un evento e l’altro, ma meglio così che perdere tempo, il caldo che anche a Montecatini non ha dato tregua, ma questo non è dipeso dall’organizzazione.

 

Roberto Merlino
Corte Tripoli Cinematografica ha vissuto quest’anno un’esperienza festivaliera un po’ diversa dal solito, perché, stimolati dal Consiglio Direttivo del nostro Cineclub FEDIC, abbiamo deciso di organizzarci in gruppo e fare una sorta di gita-studio.
A Montecatini ci siamo presentati in 15, tra Soci e Simpatizzanti, cercando di coordinarci al meglio nei momenti di vita del Festival, condividendo momenti di proiezione, commenti, incontri, pause gastronomiche, spazi conviviali, ecc.
Un’esperienza, insomma, che ci ha permesso di vivere al meglio un Festival di per sé molto bello e ben organizzato, con un Consiglio Direttivo (in toto) all’altezza dell’impresa.
Se posso permettermi qualche suggerimento:
1) Nell’Assemblea dei Presidenti sarebbe opportuno dare un tempo limite (es. 3’) per ogni intervento: tutti avrebbero la possibilità di parlare!
2) ripristinerei il “salotto FEDIC” (che fine ha fatto?)
3) ripristinerei l’inno FEDIC (che fine ha fatto?)
4) al Festival non dovrebbero partecipare film senza il logo FEDIC.
Concludo, sottolineando nuovamente l’ottima organizzazione, sotto tutti i punti di vista, e ringrazio il Consiglio per questa bella opportunità che ha offerto a tutti i suoi Cineclub.
Ad maiora!

 

Mariangela Michieletto
La 72. Italia Film Fedic Mostra del Cinema svoltasi a Montecatini Terme dal 22 al 26 giugno ha offerto al pubblico una ricca proposta di proiezioni nelle sette sezioni in programma ed interessanti occasioni d’incontro.
Il premio alla carriera consegnato a Ivano Marescotti e Franco Piavoli è stato preceduto da un incontro, moderato da Paolo Micalizzi, dove i premiati hanno ripercorso i momenti salienti della loro carriera e condiviso con il pubblico un ricco bagaglio di esperienze ed aneddoti della loro professione. Personalmente mi ha emozionato ascoltare dal maestro Franco Piavoli il racconto degli inizi della sua attività di regista e l’analisi dei suoi film, in particolare di “Emigranti”, vincitore del Concorso di Montecatini del 1963 e ora riproposto al pubblico in sala nella sezione Cineteca Fedic. L’opera, conservata presso l’Archivio Nazionale Cinema Impresa, unitamente alle altre opere della Cineteca Storica Fedic, è visibile, per chi abbia piacere di rivederla, nella playlist dedicata all’interno del canale Youtube: Io mi ricordo – L’Archivio di tutti. “Emigranti” è un film girato in 8mm e senza commento parlato perché Piavoli ha scelto di fare un cinema solo di immagini e suoni per lasciar esprimere proprio ai volti degli uomini il dramma esistenziale dell’emigrazione. Nella retrospettiva dedicata alla Cineteca Fedic è stato presentato anche il film “Il cero” di Giuseppe Fina (1955), un cortometraggio che trae ispirazione da una storia vera e che è stato l’esordio della sua intensa e pluripremiata attività cinematografica come autore, regista e sceneggiatore. Tutti i film presenti in concorso o nelle diverse sezioni (Fedic Short, Vetrina Fedic, Fedic REFF) erano molto interessanti per l’originalità dei soggetti, la cura dell’ambientazione, i diversi generi e stili di regia. Anche le opere della sezione Fedic scuola hanno stupito il pubblico per l’originalità e la qualità tecnica; dalla scuola primaria agli Istituti superiori, i giovani autori hanno riscoperto eventi e leggende della storia locale e tematiche attuali come la salvaguardia dell’ambiente, l’integrazione e l’impegno sociale con freschezza e buone doti di recitazione.
La produzione dei Cineclub presentata negli anni a Montecatini è spesso frutto della collaborazione di più autori e testimonianza di un ambiente creativo dove idee e opere circolavano (come indicano i segni di usura delle copie in pellicola della Cineteca storica dovuti alle numerose proiezioni effettuate).
Concludo ringraziando di cuore il Presidente Lorenzo Caravello, i Direttori artistici Gianluca Castellini e Paolo Micalizzi, Laura Biggi (Fedic Scuola), tutti i soci presenti ed i partecipanti per la calorosa accoglienza.

 

Silvia Moras
Un festival cinematografico si configura come un’esperienza che per definizione si traduce in una conoscenza diretta acquisita con l’osservazione, l’uso o la pratica, di una determinata sfera della realtà. Nel caso del cinema si allude ad una vera e propria avventura per lo sguardo che arricchisce lo spettatore e lo accompagna anche fuori dalla sala, quando le luci si spengono.
Sono stimoli, suggestioni, emozioni, impulsi.
Questo è quanto ho provato anche durante la 72. Mostra del Cinema di Montecatini, Italia Film Fedic.
Nello specifico, nella sezione “In Cineteca” sono stati proiettati due corti provenienti dall’Archivio Nazionale Cinema d’Impresa d’Ivrea, “Il cero” di Giuseppe Fina ed  “Emigranti” di Franco Piavoli, che durante la manifestazione ha ricevuto anche il premio alla carriera. Regista raffinato, rivoluzionario ed originale  che nella sua accezione di autore di “cinema sinfonico”, ha anticipato il concetto ripreso dai recenti Visual Studies che pongono l’attenzione prioritariamente all’immagine, potente medium in grado di raggiungere lo spettatore anche senza l’uso della parola.
Due piccoli (solo per la durata) gioielli della storia del cinema italiano. Due racconti per immagini del folklore e della storia nostrana, intensi e coinvolgenti come solo alcune opere neorealiste sono riuscite ad essere. Immagini e suoni diegetici insieme al formato ridotto hanno coinvolto la sala in un racconto intenso e drammaticamente vivido. Un programma breve ma incisivo che ha sottolineato l’importanza di mostrare i materiali d’archivio e a tal proposito sarebbe interessante auspicare ad un ampliamento della sezione.
Degna di nota è anche la sezione Fedic Scuola. Ho riscontrato un gruppo di ragazzi motivati, preparati e competenti segno di un ottimo lavoro pregresso svolto con le scuole, ad oggi più che mai, fucine di spettatori e autori del futuro.

 

Fiorenzo Pampolini
FESTIVAL FEDIC 2022: LA MAGIA DEL CINEMA
Cinema, una parola che viene dal greco antico, che significa movimento. E le prime immagini in movimento, proiettate per la prima volta dai fratelli Lumière nel 1895, hanno rappresentato l’evoluzione dell’immagine fissa, la fotografia, che già da qualche tempo, riproduceva quello che poteva vedere l’occhio umano. Cinema, una parola che evoca la magia dei suoni, dei gesti e delle parole riprodotti dapprima su pellicola e poi da qualche tempo ormai in digitale. Ed è stato il cinema, con la sua magia, il grande protagonista della 72esima edizione di “Italia Film Fedic”, che si è svolta a Montecatini Terme dal 24 al 26 giugno (anticipata da un paio di eventi nelle giornate del 22 e 23 giugno), ed io ho avuto il piacere e l’onore di essere il presentatore delle tre giornate. Quando sono salito per la prima volta sul palco del cinema Imperiale di Montecatini Terme ero molto emozionato, erano le ore 16 di venerdì 24 giugno, e dovevo presentare il programma delle tre giornate, e annunciare la prima rassegna dei “corti” in una speciale vetrina Fedic. Ma è bastato aprire il microfono e come per magia (ecco la magia del cinema che ritorna) la presentazione è iniziata senza problemi. Per me, che seguo il cinema più da fruitore che da addetto ai lavori, è stato di estremo interesse vedere così tante persone unite da una passione comune. Ho scoperto che in Italia ci sono ben 49 Cineclub associati alla Fedic, e che molti di questi producono una edizione locale del festival del cinema. Un’altra magia del cinema è quella di accomunare gente di ogni età, che erano tutte rappresentate in questo evento. Tra gli autori dei “corti” in concorso c’erano molti giovani, ma non è mancato un premio alla carriera per Franco Piavoli (classe 1933) e per l’attore Ivano Marescotti, che, superati i 70 anni, ha deciso di abbandonare le scene. C’è stato un gran daffare in quei giorni, e gli amici della Fedic, con i quali si è subito instaurata una complicità nel mettere a punto la scaletta degli eventi, sono stati impegnati mattino, pomeriggio e sera affinché l’evento procedesse senza intoppi. E così è stato. Non solo, ma siamo riusciti a creare anche l’inevitabile momento di suspence prima delle premiazioni, a me comunicate all’ultimo momento. Quando, al termine della mattinata di domenica, è stato il momento di salutare e dei ringraziamenti, ormai ci avevo preso gusto e avrei voluto che non finisse più. “Italia Film Fedic” mi ha dato l’opportunità di conoscere e di apprezzare molte persone della Fedic, a cominciare dal presidente Lorenzo Caravello, e proseguendo con i direttori artistici Gianluca Castellini e Paolo Micalizzi, il giornalista e organizzatore della mostra su Pasolini Giuseppe Mallozzi, la responsabile della sezione “Fedic Scuola” Laura Biggi, e tanti altri accomunati dalla passione per il cinema. Avevo sentito molto parlare della Fedic da parte degli amici del Cineclub Fotovideo Genova, e finalmente ho avuto modo di toccare con mano la passione, la voglia di fare, la professionalità di tutti coloro che da anni operano in questa Federazione Italiana di Cineclub e che si sono impegnati per la migliore riuscita dell’evento. E un ringraziamento va anche all’hotel Esplanade Settentrionale che ci ha ospitato, a tutto il suo personale sempre disponibile e cortese. Nella serata di sabato, dopo la premiazione, ci siamo fermati a chiacchierare nel giardino dell’albergo fino alle 2 e mezza della notte, questo per dire l’empatia che si è creata in quei giorni tra la gente Fedic, compresi anche alcuni autori dei “corti” in concorso. Insomma, un bilancio decisamente positivo di questa mia esperienza che mi auguro di ripetere per il prossimo anno.

 

Jacqueline Pante e Gunther Haller
Italia Film FEDIC è tornata al cinema, fisicamente ci siamo rivisti al cinema Imperiale di Montecatini Terme. Cambiamento importante per chi ama il cinema e un segno importante di apprezzamento nei confronti di chi il cinema lo fa.
L’edizione 2022 è stata, a parte il piacere di incontrare vecchi amici, un evento carico di emozioni e di buoni film.
Arrivare all’uscita dell’autostrada e imbucare la curva della pineta di Montecatini Terme, è come tornare a casa, ritrovarsi per l’appuntamento fisso con Montecatini Terme e assaporare l’aria di Cinema. Certo, Montecatini è cambiata, ha perso un po’ del fascino mondano di cui godeva, ora è diventata più democratica alla portata di tutti, turisti mordi e fuggi Firenze inclusi.
Ma per noi “fediciani” resta un punto di riferimento e arrivare alla Mostra del Cinema di Montecatini con un film FEDIC selezionato, è sempre un grande onore e un bel traguardo.
Anche il presidente UNICA Rolf Leuenberger, arrivato da Sessa in Ticino, in un italiano pressoché perfetto, ha sottolineato la qualità dei film visti e la giuria professionale, e soprattutto il lavoro a 360 gradi svolto dal comitato organizzatore FEDIC, per la mostra, includendo la storia del cinema con la mostra su Pasolini, le rassegne e le presenze degli spettatori al cinema, a parer suo al di sopra delle aspettative.
E poi il premio alla carriera a Franco Piavoli, per molto autori un idolo, purtroppo conosciuto da pochi, ma chi lo apprezza, lo fa fino in fondo, come ha detto lui stesso: “faccio un cinema sinfonico senza eredi”. Peccato, a volte ci vorrebbe un cinema meno stridente, con maggiori sinfonie per calmare occhi e orecchie.
La Mostra del Cinema Montecatini offre la possibilità di incontrare personaggi speciali, Ivano Marescotti è uno di questi personaggi. Uomo affascinante, che racconti la sua vita come un film, dove mentre ascolti ti sembra di vedere il film. Schietto e interessante allo stesso tempo.
Non sono mancati i momenti di emozione nel ricordare chi ci ha lasciati, peccato per il poco tempo a disposizione, ma chi ha conosciuto i “grandi” del passato di Montecatini, Birindelli, Sabbatini e Mandolesi, se li ricorderà in ogni caso, molti altri non li hanno nemmeno conosciuti. È giusto che sia così, ai più giovani spaventa sempre il pensare troppo al passato e parlare di chi non c’è più.
Infatti, abbiamo visto tanti nuovi talenti, una Giuria giovani preparata, che utilizza altri metri di valutazione dei film, e lo si è visto nella scelta della graduatoria. E chi dice che i giovani non sono sensibili verso certe tematiche, si ravvedano, almeno i giovani di Montecatini lo sono.
Abbiamo visto tanti segnali positivi per FEDIC e per le future Mostre del cinema Montecatini, grazie a un gruppo di lavoro e persone che ci crede, e che continua a lavorare instancabilmente affinché ci siano tante altre edizioni ricche di emozioni.
Un meritato applauso per chi lavora dietro le quinte e rende possibile questa data fissa nel calendario del cinema italiano.

 

Franco Piavoli
Ho partecipato al 72. Italia Film Fedic 2022 e ho seguito le varie sezioni del Festival.
Esprimo la mia stima e ammirazione per il Presidente e in particolare per Paolo Micalizzi che ha saputo organizzare e introdurre le proiezioni con grande competenza e passione.

 

Giorgio RIcci
La FEDIC, esclusa ogni finalità di lucro, intende promuovere la cultura cinematografica e favorirne la diffusione ….
Seguita poi l’elenco degli strumenti che può utilizzare.
Questo recita l’articolo 2 dello Statuto della FEDIC che per il terzo anno consecutivo si è concessa il lusso di gestire in proprio il Suo Festival senza aver avuto bisogno di ricorrere alla gestione diretta di uno dei suoi club federati.
Infatti per decine di anni il Festival fu gestito molto bene dal Club di San Giovanni Valdarno  a San Giovanni Valdarno e successivamente dal Club di Firenze a Montecatini sempre su incarico di FEDIC.
Il 72. Festival ha superato le attese di coloro che erano stati presenti al 71°.
Il 71. aveva lasciato l’amaro in bocca a tanti dei presenti  per la infelice scelta di una location  assolutamente inadatta alla proiezione di filmati nel pomeriggio per la mancanza di buio , per il caldo afoso all’interno del locale ,  per la mancanza del popolo FEDIC e di quello locale,  per la mancanza di un dialogo fra gli autori FEDIC e un esperto capace di dialogare con essi subito dopo le proiezioni.
Conoscendo la qualità degli organizzatori ritengo che probabilmente motivi indipendenti dalla loro volontà, come per esempio una  scarsa disponibilità di risorse finanziarie, devono essere state la causa di questo risultato.
Il 72. invece è sembrato essere tutta un’altra cosa.
Una location adeguata alle proiezioni e all’accoglienza dei numerosi e importanti ospiti  anche se probabilmente si è pensato che brillassero di luce propria  e non avessero bisogno di una luce che li illuminasse.
Un sistema di proiezione e acustica   buono e una soddisfacente presenza di autori.
E’ stato indubbiamente un grande passo avanti rispetto al precedente Festival  e bisogna complimentarsi e ringraziare  tutti coloro che si sono adoperati per la buona riuscita.
Come sempre accade a chi vuole migliorarsi un debriefing, che mi auguro sia stato fatto,  avrebbe potuto portare a queste conclusioni:
Se si desiderano trattare molti argomenti all’interno di un Festival è necessario  dare  tempo affinché ciascun argomento possa essere trattato in modo esaustivo proprio perché essendo portato ad un Festival alla attenzione di tutti deve essere importante e  merita rispetto e deve dare tempo a tutti di poter intervenire   con l’attenzione che merita l’argomento.
Primo fra tutti  il dialogo fra gli esperti e  gli autori e fra essi ed il pubblico.
E’ stata da sempre opinione diffusa all’interno della FEDIC che al Festival Nazionale della FEDIC devono trovare spazio tutti gli autori FEDIC che hanno presentato opere sia che provengano da scuole professionali o che siano autodidatti.
E’ il loro festival e all’interno di esso meritano considerazione per la passione che ci mettono sia nel produrre  le loro opere che nell’appartenere alla FEDIC.
E’ l’unica occasione in cui possono pensare di avere un dialogo franco ed amichevole con chi come loro spera di imparare.
In fondo l’appartenenza alla FEDIC va intesa come una opportunità di scambio di opinioni e di esperienze con chi condivide la stessa passione.  E FEDIC deve dar loro questa opportunità!
Il dialogo onesto fra l’esperto e l’autore dopo la proiezione,   le differenze qualitative di ciò che appare sullo schermo, e il dialogo fra l’autodidatta  e chi invece ha studiato in scuole di regia, migliora chi  ha più bisogno di migliorarsi.  A questo proposito, e non si offenda chi ha avuto l’idea,  non bisognerebbe impedire agli autori di sedersi a tavola vicino a chi vuole. L’iniziativa reiterata di assegnare dei posti a tavola agli aventi diritto ha scontentato i più e non si capisce il motivo per cui venga tolta questa libertà.
Un Festival diluito in più giornate con la parziale partecipazione finanziaria dei partecipanti ( far pagare agli intervenuti metà delle spese di ospitalità  consentirebbe di raddoppiare le giornate di proiezione)  darebbe maggiore possibilità di proiezione e di dialogo.
C’è una nota che da sempre non riesce a fare della musica  una armonia.  Ed è la mancanza in sala del pubblico della città che ci ospita.
Si é notato non solo in sala ma anche fuori di essa che alla Città di Montecatini nulla importa del Festival se non a chi deve incassare due giorni di pensione completa.
Credo che sarebbe ora di prendere in considerazione una ricerca che porti a considerare la possibilità di fare il nostro Festival dove  meglio si possa concretizzare  la promozione della cultura cinematografica.  Ritengo che anche i costi di ospitalità potrebbero essere inferiori con un conseguente miglioramento della qualità del Festival.
Non vi nascondo inoltre che  la cultura della ospitalità a me da anni a Montecatini  è sembrata assente al punto che in qualche occasione mi è sembrato di essere tollerato.
Sono disponibile ad approfondire il discorso anche su altri aspetti e  con altre argomentazioni oltre che a collaborare ed interrompo qui questa mia parziale disamina perché suppongo di aver abusato del tempo del lettore e dello spazio in queste pagine  che può essere destinato ad altri amici  della FEDIC.

 

Beppe Rizzo
Ah, la Fedic!!
Non potevo più sopportare: mi trovavo in “astinenza”. No, non fraintendete: la mia era una astinenza da Fedic. La pandemia mi aveva obbligato, più di altri, data la mia età, a stare lontano da tutto ciò che poteva essere contagioso. Quando parlo di Fedic, non intendo soltanto un Sodalizio che si occupa di riunire coloro che amano il Cinema; certamente questo è essenziale, ma per me  Fedic significa anche Amicizia, stare insieme, abbracciare, raccontare, rivedere i visi sorridenti, confrontarsi, guardarsi negli occhi.
Avvenne così che il 72° Italia Film Fedic 2022 diede la stura a quel momento magico: rivedere i cari e vecchi Amici, conoscere quelli nuovi, essere coinvolto da immagini filmiche.
Il mio arrivo a Montecatini il 24 giugno diede inizio agli incontri “ravvicinati”. E il piacere si prolungò per tre giorni. Mi chiedo oggi quali siano state le mie sensazioni durante questo appuntamento con la Fedic, dopo più di due anni; che cosa ho visto, che cosa ho ascoltato, come ho trovato l’organizzazione, che cosa mi ha lasciato in cuore subito dopo essere ripartito per il ritorno a casa.
Ho visto, come è ovvio che sia, cortometraggi di vario genere; alcuni molto interessanti, altri meno, ma tutt’altro che banali. La maggior parte girati da giovani – e ciò è molto importante – ma ho anche avuto la gioia di rivedere vecchie opere, in bianco e nero, che hanno dimostrato che il Cinema è sempre stato, e continua ad essere, un veicolo culturale che affascina e che sorprende. “Il Cinema è fatto di idee”, “Il Cinema bisogna costruirlo prendendo spunto dalla quotidianità”, sono le frasi che abbiamo spesso udito durante gli incontri tra autori e critici. Vero, verissimo. E gli incontri con gli autori hanno messo in risalto proprio questi principi fondamentali. Abbiamo anche ascoltato parole commoventi durante la commemorazione di Amici che ci hanno lasciato; abbiamo ascoltato, durante l’assemblea dei Presidenti, problemi che la Federazione deve affrontare: interventi talvolta piuttosto accesi, ma che hanno dato l’idea che ognuno ha voluto dare il suo contributo perché la Federazione possa vivere e migliorare la sua struttura, possa guardare sempre più al futuro, possa raggiungere gli obiettivi che si prefigge.
Lo so, non è facile organizzare una Manifestazione durante la quale gli imprevisti stanno sempre in agguato. Posso affermare di non aver visto sbavature, in tutte le situazioni: nell’albergo, nel ristorante, nella sala cinematografica, nei vari momenti delle tre giornate. L’idea di mettere su una Mostra su Pasolini mi è sembrata molto valida, come valido è stato il lavoro di tutti coloro che si sono adoperati per la riuscita dell’evento. Non è il caso di fare nomi, per paura di dimenticare qualcuno, ma mi preme affermare che ognuno ha dato il meglio di sé. Quindi grazie, grazie organizzatori per avere interrotto la mia astinenza, grazie per avere dato un ulteriore sussulto alla Fedic.
Sono ripartito fiducioso; anche sul treno di ritorno – dove ho avuto uno scambio di idee con cari amici che rientravano anch’essi – ho potuto ripensare e riflettere sui momenti trascorsi, convinto che il 72° Italia Film Fedic è stato per me positivo e gratificante.
La vita non ci dà che attimi, sta a noi saper cogliere il meglio di essi!

 

Marco Rosati
Un importante appuntamento nella famiglia Fedic, che cresce, cambia gli spazi, punto di incontro per autori storici e nuovi. L’occasione di conoscersi, condividere il proprio punto di vista, apprendere. Passo dopo passo, ogni anno è una occasione di confronto con il tempo che passa, il linguaggio che evolve, e di questo l’Italia Film Fedic ne tiene conto. La qualità delle selezioni e delle opere varia di anno in anno, l’accurata selezione delle opere è monito per gli autori che le presentano e motivo di analisi. I tempi stretti degli appuntamenti nel calendario del Festival a volte non bastano per approfondire gli argomenti e in qualche occasione servirebbe che il tempo si fermasse per dar agio alle voci ed a certi momenti, spesso, toccanti. Il ricordo di chi non c’è più ha strappato la commozione mia e di altri presenti in sala. Desideri scritti in forma poetica che forse hanno trovato soddisfazione nell’infinito in essi descritto: mi riferisco alla poesia di Giorgio Sabbatini, toccante apice di sentimento e ricordo. Quelle poltrone di cinema, per noi tempio dell’immagine, sono state condivise fra applausi e silenzi nell’arco degli anni. La mancanza di qualcuno mi porta a vivere a più stretto contatto con gli altri. Ed ecco che un momento della colazione diventa dialogo per nuovi progetti artistici; una passeggiata nella bella Montecatini è conviviale chiacchierata critica. E Montecatini ospita con eleganza e immobilità temporale, che anche il solo passeggiarvi è motivo di ispirazione. All’ombra, seduti ad un tavolo, parlare con Franco Piavoli, maestro nella sua personale visione cinematografica, occasione per domandare quelle curiosità che mi portavo dietro, da tempo, dalla visione dei suoi film. Parlare di cinema in ogni occasione: con il compagno di stanza addormentarsi sulle note di una colonna sonora, parlare dei nuovi film usciti in sala in attesa di mangiare insieme con compagni di tavolo sempre nuovi e graditi. Nemmeno il viaggio di ritorno è salvo dalle discussioni cinefile ed in questo ho avuto il piacere di condividere parte del tragitto in treno in compagnia dell’amico Beppe Rizzo, parlando di libri, film, autori, ricordi.  Questi ricordi che rimarranno insieme ai tanti, belli, targati Fedic.

 

Giuseppe Squarcio
Era da un po’ di tempo che non uscivo da Torino per una località “lontana” come Montecatini Terme e l’occasione è stata per il 72° Italia Film Fedic. Finalmente potevo visitare la cittadina di cui avevo spesso sentito parlare da Giorgio Sabbatini e Vivian Tullio, due soci ma anche responsabili del Cineclub Piemonte.
Che bello arrivare in una località dove il clima, seppure caldo, è decisamente meno afoso, rispetto alla mia città, e poi la possibilità, nonostante il poco tempo a disposizione, di visitare le Terme con la bellissima Mostra dedicata a Pasolini.
Quest’anno, oltre al desiderio di novità e alla curiosità di tutto quanto avviene in una manifestazione del genere, mi sentivo particolarmente coinvolto per il ricordo  dedicato  all’amico Giorgio, recentemente scomparso.  In realtà  mi aspettavo, oltre ad una foto sul grande schermo nel momento della presentazione del suo operato,  anche un breve filmato di testimonianze o spezzone di qualche suo video. In fondo, per una persona che ha dato parecchio (si veda il ricordo di Paolo Micalizzi in Fedic Magazine di dicembre 2021), ci poteva stare qualcosa in più anche per dare un’idea più completa a tutti i giovani che non hanno avuto modo di conoscerlo. Comunque mi ha fatto piacere rincontrare tanti che lo hanno conosciuto e apprezzato. Un luogo dove si è potuto parlare e incontrare giovani autori di corti, è stato a tavola nei momenti dei pasti. Prima non sai chi sono, solo ciao, da dove vieni ecc., si parla del più e del meno fino a quando non scopri, il giorno dopo, che chi ti è vicino ha presentato qualcosa da vedere, o è in concorso con un suo video. A questo punto cresce l’entusiasmo e il desiderio di condividere le proprie esperienze. Voglio aggiungere che, se c’è qualcosa da perfezionare, è l’illuminazione del palco dove si alternavano i vari protagonisti e il rispetto degli orari che ha fatto slittare di molto le attività previste.  In  modo sintetico suggerirei agli organizzatori  il classico “Chi c’è, c’è” e si va avanti”.
72° ? Ma di 72° c’è anche il festival di Berlino! Che ci possa essere un gemellaggio in futuro?

 

Vivian Tullio
Un altro ritorno a Montecatini
Nuovamente a Montecatini, un altro ritorno …una sfida per me dal punto di vista emozionale dopo la perdita di Giorgio (Sabbatini), mio marito, con cui ho frequentato Montecatini e le varie edizioni della Mostra del Cinema per più di 40 anni, sempre insieme…questa è stata la prima volta senza di lui. Avevo molto timore per l’impatto che avrei avuto. Se da un lato sentivo che mi mancava il suo non essere lì, dall’altro invece la sua presenza era molto forte…lui c’era…c’era per le vie della città, c’era nella sala del Cinema Imperiale dove sono state organizzate egregiamente le proiezioni dei film, c’era nei saluti e negli sguardi degli amici della FEDIC che mi hanno accolto con molta naturalezza, rasserenandomi e dissipando il mio magone. Devo ringraziare a questo proposito Giuseppe Mallozzi che mi ha detto che era contento che avessi deciso di partecipare al festival e mi ha preannunciato, con un sorriso, che mi avrebbe “spupazzato”. Sorpresa, non ho capito cosa volesse dire ma, quando il giorno dopo il mio arrivo mi ha abbracciato scuotendomi come una trottola, ho capito… un gesto affettuoso e molto simpatico in grado di sciogliere ogni “groppo alla gola”!!! E a Mallozzi bisogna fare i complimenti per averci presentato, in una interessante visita guidata, la sua collezione di rari manifesti, locandine, fotobuste su film di Pasolini in una mostra allestita alle suggestive Terme liberty Tamerici nel centenario della nascita del poeta e regista, indubbiamente uno dei più discussi esponenti del ‘900 italiano. Ho molto apprezzato anche il concerto, organizzato dal nuovo Cineclub Fedic di Montecatini, sempre alle Terme Tamerici, di musiche da film a partire dagli anni 50, con brani cantati dai bravissimi allievi della scuola di canto, accompagnati dalla band Jazz Miles Ties.
Sono andata alla Mostra del Cinema con diversi soci del Cineclub Piemonte ovvero mia mamma Gloria, socia “veterana”, Francesca Pedaci e suo marito Giuseppe Squarcio, da molti anni Socio e amico di Giorgio. Venerdì e sabato siamo entrati nel vivo del Festival, con i ritmi che conoscevo, rapidi e intensi, dall’Assemblea dei Presidenti alle proiezioni dei film in Concorso, ai filmati della Scuola e quelli della Rete Reff. Una bella selezione quella dei film in concorso che avrebbero tutti meritato un riconoscimento. Un’ampia partecipazione quest’anno, anche in sala a vedere i film. E poi personaggi illustri del Cinema come Franco Piavoli, Luca Verdone e Ivano Marescotti. Infine, non bisogna dimenticare l’emozionante assegnazione più che meritata dell’Airone FEDIC a Paolo Micalizzi che da sempre si impegna attivamente e con entusiasmo per la Federazione!
Il momento più importante per me è stato, ovviamente, il ricordo per Giorgio e dei nostri amici Giuliano Birindelli e Rolf Mandolesi, circostanza che aspettavo con non poca agitazione. Molto toccanti gli interventi di Antonella, la figlia di Birindelli, in ricordo del padre e del suo operato in ambito FEDIC; di Jacqueline Pante e Gϋnther Haller che hanno sottolineato quanto Rolf fosse una persona piacevole e sempre sorridente; di Beppe Rizzo che ha ricordato Giorgio come uomo, come amico e come filmmaker. Una forte commozione… troppo brevi però i tempi messi a disposizione dall’organizzazione per ricordare tre importanti amici e collaboratori della Federazione e del Festival di Montecatini, concedendo solo una manciata di minuti…il tempo è tiranno è vero ma qualche minuto in più non avrebbe alterato il programma ma avrebbe permesso di fare un ricordo più adeguato e completo.
Complimenti comunque agli organizzatori e alla voglia di riportare la Mostra del Cortometraggio di Montecatini agli antichi splendori!

 

Luca Verdone
La ripresa della Rassegna di Montecatini nel 2022 ha scritto  una bella pagina nella storia delle sue settantadue edizioni per la capacità di adeguarsi sempre ai temi e alle novità linguistiche che gli autori selezionati hanno mostrato nelle giornate di proiezione. Come conduttore degli incontri con gli autori insieme a Carlo Griseri ho avuto conferma delle tendenze attuali degli autori. riscontrate durante i loro interventi, di gettare lo sguardo sulla contemporaneità e le sue contraddizioni con tecniche sempre più consapevoli delle loro possibilità espressive. Ho anche notato la tendenza a svolgere nei loro film temi svincolati dalle tecniche tradizionali del racconto a favore di linguaggi televisivi. Mi chiedo se ciò sia sempre un vantaggio e penso che una opera valida sia tale solo se sia sincera e ben equilibrata su temi e linguaggi. A Montecatini ho visto molti giovani autori cimentarsi con interesse alle sfide delle nuove tecnologie e ciò è sempre motivo di soddisfazione nel clima sempre ospitale del Festival, a cui quest’anno si è aggiunta la interessante Mostra fotografica su Pasolini, ritratto nella città termale con il tipico abbigliamento degli Anni Settanta e i pantaloni a “zampa di elefante”.