Fedic Festival

AL CINEMA IN FAMIGLIA CON LA FEDIC LA MOSTRA DEL CINEMA DI MONTECATINI 2023 RICORDA AUDREY HEPBURN, DÀ UN RICONOSCIMENTO AI GIOVANI E AGLI AFFERMATI ATTORI, PRODUCE E PREMIA I CORTI DEI CINECIRCOLI

di Michela Manente

La Walk of Fame di Montecatini Terme si completa del passaggio, al momento solo “informale”, di tre importanti interpreti: Milena Vukotic, madrina della 73esima edizione dell’Italia Film Fedic e dei due Premi alla Carriera attribuiti quest’anno a Giorgio Colangeli, attore di teatro prolificamente prestato al cinema e a Renato Carpentieri, a cui è stato assegnato l’Airone Fedic “per la capacità di interpretare personaggi con una forte espressività visiva e carismatica presenza”. La galleria pedestre dei “Passi di Gloria” posata in via Giuseppe Verdi e ispirata alla celebre camminata delle star di Hollywood, accoglie già la borchia d’ottone dorato con inciso il nome di Audrey Hepburn che soggiornò nella cittadina termale nel 1953, dopo le fatiche di “Vacanze romane” ma senza il suo partner sul set Gregory Peck. L’attrice, premio Oscar come Miglior attrice protagonista per l’interpretazione della principessa Anna nella pellicola di William Wyler, è stata oggetto della Mostra fotografica ospitata a Palazzo del Turismo, nel settantennale di uscita del film, adornata con ventidue poster internazionale del film e tredici foto di backstage. La Federazione ha pensato di far comparire il volto dell’attrice, di cui ricorre il trentennale della scomparsa, in stile pop art nella copertina del catalogo e nelle locandine del Festival e di dedicarle il pannel “Parliamo di Vacanze romane”, curato da Andrea Chimento.

Dal 21 al 25 giugno Montecatini Terme si è trasformata nella città del cinema, non solo perché “il cinema è cura” e alcune scene di “8½” furono girate nei locali lussuosamente marmorei del padiglione Regina alle Terme Tamerici, bensì per l’attenzione della Federazione Italiana dei Cineclub nei confronti della sua storica Mostra del Cinema, così “longeva” da aver accompagnato larga parte della storia del nostro Paese, come emerge dalla Mostra dei manifesti del concorso nazionale rappresentativi dei trentacinque anni (1977–2011), curata da Maddalena Beltramo, Paolo Micalizzi e Vivian Tullio, immortalata nel catalogo a colori con tutti i manifesti in cui campeggiano gli appuntamenti dell’anno avvolti dalla pellicola di celluloide e riuniti sotto le ali spiegate dell’airone, simbolo di Montecatini.

La sociologia del cinema ce la indica come un’arte sociale, caratteristica che a Montecatini è emersa in modo preponderante, se si osservano le relazioni tra i membri del direttivo Fedic, quest’anno rinnovato, i soci dei Cinecircoli e i numeri ospiti invitati, siano stati essi giurati, attori, produttori, presidenti o soci dei Cineclub. Per cinque giorni il programma è stato ricchissimo di appuntamenti con una nota in più: la Fedic promuove la cultura cinematografica attraverso la produzione e la distribuzione di filmati che hanno concorso, anche quest’anno, al Premio Fedic Short. I due direttori artistici del Festival, Gianluca Castellini e Paolo Micalizzi, con il presidente nazionale della Fedic Lorenzo Caravello, riconfermato nel nuovo consiglio direttivo alla guida dell’associazione, hanno coordinato le tre sezioni competitive (Fedic Short; Fedic Scuola; Fedic REFF – Film Internazionali) e le quattro non competitive (Cineteca Fedic / Retrospettiva; Spazio ONU / sessione collaterale; Passo lungo / sezione collaterale; Un ponte di pace / sessione collaterale), con proiezioni giornaliere al cinema Imperiale e conferenze stampa all’hotel Settentrionale Explanade. Nella sezione Fedic Short erano stati ammessi undici cortometraggi con una durata fino a venti minuti, di qualsiasi genere, prodotti dopo il 1 gennaio 2021, da autori Fedic regolarmente iscritti nell’anno in corso. La giuria, composta dal produttore Gianluca Arcopinto, dalla giornalista Nicole Bianchi e dal critico cinematografico Roberto Lasagna, esperto soprattutto di cinema statunitense, ha assegnato l’Airone d’oro ex-aequo, all’opera animata di Gianluca Mambelli dal titolo “Sulle dune di Sabaudia” (Cineclub Sedicicorto), dove si mostra la tartaruga Pasolini sulla sabbia del suo luogo dello spirito preferito, Sabaudia, e al cortometraggio di Andrea Viggiano “Europa 52” (Cineclub Venezia), ambientato in un futuro distopico pregno di violenza e razzismo. La giuria del 73° Italia Film Fedic Short ha inoltre ritenuto meritevole di menzione il film d’animazione di Elina Tigrani Aboyan “Non morde”, motivando così la scelta: “L’opera fa un uso essenziale del bianco e nero introducendo poi il colore a cui conferisce un valore interiore”. Nella sezione REte Festival Fedic, un networking a cui afferiscono 13 Festival Nazionali ed Internazionali, erano in competizione quattro corti internazionali provenienti da Libano/Francia, Turchia, Gran Bretagna, Svizzera/Stati Uniti: ad aggiudicarsi il primo posto decretato dalla giuria giovani è stato il corto “Idodo” di Ursula Ulmi (Svizzera-Usa). Molteplici i premi assegnati per le diverse categorie nella sezione Fedic Scuola, curata da Laura Biggi, a istituti sia del primo e che del secondo ciclo di molte regioni italiane. Il progetto Fedic Scuola assume un’importante valenza didattica ed educativa, utilizzando il linguaggio cinematografico per l’educazione all’immagine e come strumento indispensabile di formazione e cultura.

È stato molto atteso il premio Airone Fedic Migliore attrice esordiente assegnato, sul palco del Cinema Imperatore, all’attrice Elisabetta Mazzullo, interprete nel film “Le otto montagne” (2022) della coppia registica sul set come nella vita Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch. Per lei, dopo il lancio al fianco di Luca Marinelli e di Alessandro Borghi, l’avventura nel cinema è appena iniziata, solida della formazione avvenuta al Teatro stabile di Genova e delle sue doti di cantante. Per avere la parte c’è stato bisogno per la Mazzullo di sostenere dei provini come quelli storici conservati dal Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, che ci mostrano il lancio di noti attori, siano questi esami di ammissione andati bene o meno. Il programma dell’Italia Film Fedic ha previsto la proiezioni su grande schermo dei provini realizzati tra il 1950 e il 1983 di Domenico Modugno, Claudia Cardinale, Raffaella Pelloni, Marina Malfatti, Francesca Draghetti, Massimiliano Pazzaglia, una chicca cinefila per cultori di quest’arte, a cura di Alfredo Baldi. E’ stato proiettato anche il provino datato 1950 della Scicolone (Sophia Loren era ancora lontana) non ammessa però alla Scuola del C.S.C., a cui aveva tentato l’accesso con un frammento di un classico del Teatro napoletano Assunta Spina.

Sofia Scicolone e Claudia Cardinale nei provini CSC

 

Sofia Scicolone e Claudia Cardinale nei provini CSC

Al regista trentino Federico Dematté è andato il Premio Regista del futuro, vincitore alla Settimana Internazionale della Critica del Festival del Cinema di Venezia 2021, del Premio al Miglior Cortometraggio e del Premio alla Migliore Regia con il corto “Inchei” (Italia, 2021, 17’), impegnato nella realizzazione del suo lungometraggio d’esordio.

Ancora una volta il Cineclub Delta del Po si è aggiudicato, tra i cinquantatré club, il primo premio confermandosi il miglior Circolo della Fedic: dopo il 2018, il 2020, anche nel 2022 ha realizzato un importante punteggio che si riferisce oltre che al numero di soci a tutte le attività svolte, alla qualità delle proposte, ai festival, alle rassegne, alla formazione e ai progetti, che lo ha portato al primo posto fra i Cineclub Fedic. Il suo presidente Carlo Menegatti ci invita dal 10 al 16 settembre all’Unica Filmfestival organizzato, dopo Locarno, a Comacchio dall’Union Internationale du Cinéma.

A sipario abbassato quello che rimane dell’edizione 2023 è il contatto umano, la voglia di stare nel, con e per il cinema per promuoverne e diffonderne la cultura a trecentosessanta gradi, grazie anche al riconoscimento del Ministero dei Beni Artistici e Culturali, Divisione Cinema. Infine chiosiamo la 73esima Mostra con le parole del Premio alla Carriera Renato Carpentieri: “C’è tanta gente che ama quest’arte”.