UN PROGRAMMA DI QUALITÀ NEI DIECI GIORNI DEL “SEDICICORTO” DI FORLI
di Paolo Micalizzi
Dieci giorni intensi (1 – 10 ottobre) alla 18.a edizione di Sedicicorto di Forlì espressi in proiezioni ed eventi speciali ed in performances di vario tipo. Soprattutto nel week end finale conclusosi con una scoppiettante esibizione dei Lux Arcana, una Compagnia internazionale di giocolieri, ginnasti e ballerini, specializzata in giochi di luce ed effetti speciali. Ma comprendente anche un’esibizione della Compagnia di danza Contemporanea “Komoko” guidata da Sofia Nappi, ballerina diplomata alla prestigiosa Alvin Ailey American Dance Theatre di Ney York. Vari i Concorsi.
In “Cortoinloco”, concorso riservato alle produzioni realizzate in Emilia Romagna, è risultato vincitore “Capitan Didier” di Margherita Ferri con protagonista un bambino di origine subsahariana che sogna di costruire una barca fatta di cartoni di pizza.
Un corto sul tema della solidarietà e dell’accoglienza, che si avvale dell’uso della metafora. In questa sezione, “Mi chiamavo Eva” della regista ferrarese Miriam Previati ha ricevuto il Premio del Pubblico: si tratta di un Corto sul Revenge Porn.
Nel Concorso Movie (International Films – Fiction) il Premio Luminor è andato a “What we don’t know about Mariam” dell’egiziano Morad Mostafa sul rapporto tra marito e moglie che precipita dopo una visita di lei all’ospedale in cui sanguinando ed accusando un dolore all’addome rivela una difficile situazione familiare: “un grande film a basso budget, fisico, potente, con attori straordinari”, secondo la valutazione della Giuria. In “Animalab” (International Films) è risultato vincitore “Souvenir, souvenir” di Bastien Dubois che racconta di un regista che per dieci anni cerca di fare un film con i ricordi della Guerra di Algeria del nonno. Per la Giuria, un’inchiesta giornalistica intima che ci riporta con stile realistico e avvincente a rivivere la drammatica esperienza. “Io sono Matteo” di Loris Di Pasquale si aggiudica poi il Luminor di “Cortitalia” (Film Nazionali). Il Corto è incentrato su un regista precario (un convincente Matteo Nicoletta) che all’improvviso è costretto a fare i conti con un cancro. Il regista, secondo la Giuria, affronta il tema delicato della malattia con un sorriso, alternando commedia e dramma in modo sorprendente e imprevedibile. Nella Sezione“Animare”(International Films for children) si fa breccia “Migrants”, dei francesi Caby, Devise, Dupriez, Kubiak, Lemytte, incentrato su due orsi polari costretti all’esilio a causa del riscaldamento globale che cercheranno di convivere con gli orsi bruni incontrati dopo un lungo viaggio. Una storia, piaciuta ai giurati, perché parla di amicizia, famiglia e natura. Infine, nella Sezione “NO+D2” (Shorts 2 minutes) il Luminor è andato a “Taximan” realizzato da Novella Lian (Singapore): una giornata nella vita di un taxista e dei passeggeri che ha incontrato. Secondo la motivazione della Giuria, un Corto dal “tratto asciutto e antiretorico, unito al ritmo incalzante e ad immagini di grande forza, che sintetizzano con notevole efficacia iconica la fatica fisica e soprattutto mentale di un mestiere mostrato sotto i suoi aspetti più vessanti”. Il tutto in poco più di un minuto di animazione. Una Sezione importante di “Sedicicorto” è stata “Scrigno” dove, tra gli altri, abbiamo visto tre opere di Giorgio Sabbatini, socio storico della Fedic, dedicate, rispettivamente, a “Alida Valli”, “Giulietta Masina” e a “Le sei Signore di Forlì ”, cioè a sei attrici romagnole del mondo del cinema: Olga Mombelli, Olga Solbelli, Laura Carli, Dhia Cristiani (tra le sue interpretazioni figura anche il celebre “Ossessione” di Luchino Visconti), Monica Clay, Rosalba Neri.
Tre documentari che Giorgio Sabbatini realizza con grande spirito di ricerca consegnando allo spettatore immagini dimenticate, e con la competenza di uno storico del cinema. Proiettati anche i due cortometraggi d’esordio nel cinema dei registi Giuseppe Ferrara (“L’amata alla finestra”) e Franco Piavoli (“Domenica sera”). Franco Piavoli era presente a Sedicicorto e con lui, chi scrive, ha intrecciato una piacevole conversazione sulla sua attività nel cinema che lo ha contraddistinto come “Il poeta dello schermo”.
Da segnalare ancora le “Lezioni di Cinema” dedicate ad un Centenario del Cinema. Quest’anno si è festeggiato, ovviamente, il 1921. Un’occasione per il cinefilo Enrico Gaudenzi per parlare di due celebri attori, Charlie Chaplin e Buster Keaton che in quell’anno diedero due straordinarie interpretazioni, rispettivamente, nel film “Il monello” (che Chaplin ha anche diretto) e “The Playhouse” che Keaton dirige insieme a Edward F. Cline.
Ma anche di alcuni registi con film da Storia del Cinema, tra cui “Destino” di Fritz Lang girato in pieno clima espressionista e “Il carretto fantasma” di Victor Sjostrom, suo capolavoro.
Una bella iniziativa. Così come “Dentro il Set” relativa alla conversazione dello staff del film di Luca Zambianchi “Quel che conta è il pensiero”, suo film d’esordio nel lungometraggio, o alcuni Incontri tra registi, distributori, produttori relativi al Cinema in Emilia Romagna a cui ha preso parte anche il Direttore dell’Emilia Romagna Film Commission Fabio Abagnato. Particolare poi l’incontro con il musicista e compositore Pivio in occasione del documentario su di lui diretto da Matteo Malatesta.
In programma anche una selezione dei migliori corti prodotti in Scandinavia, Svezia, Norvegia e Finlandia, nell’ultimo anno.
Ancora una volta un Festival che è utile seguire perché costituisce un arricchimento culturale di rilievo.