Fedic

TREDICI CORTOMETRAGGI DI AUTORI FEDIC DI IERI E DI OGGI IN UNA RASSEGNA DEL CINEVIDEOCLUB PESARO

di Paolo Micalizzi

Un Cineclub Fedic che si sta facendo valere per la sua attività è il CineVideoClub Pesaro, di cui è Presidente Giorgio Bertuccioli. L’11 marzo ha organizzato in quella città marchigiana una Rassegna cinematografica di cortometraggi amatoriali Fedic che comprendeva 13 opere. Le proiezioni sono avvenute nel prestigioso Hotel Vittoria e hanno riguardato un significativo Panorama che va dagli anni Cinquanta ai giorni nostri.  Degli anni Cinquanta, cioè da quando gli autori venivano denominati cineamatori e così si è continuato a chiamarli fino al Convegno di Bergamo del 1960 quando il termine venne sostituito con quello di cinema indipendente. E che non si tratta di un cinema d’amatore, che molti intendono come hobby, lo si è visto nelle opere presentate di ieri e di oggi. A mostrare come già negli anni Cinquanta, anni in cui sono emersi molti autori che poi hanno abbracciato il cinema come professionisti, dimostrando così il loro valore professionale, sono stati presentati, da chi scrive, due cortometraggi dovuti a Renato Dall’Ara e Franco Piavoli. Del primo è stato proiettato “Scano Boa” (1954) un classico del cinema realizzato nel Polesine, che coglie una situazione particolare, ispirata ad un fatto di cronaca, e cioè quella verificatasi alle foci del Delta del Po in cui sulla stessa barca viaggiavano una bara ed una donna incinta che in mezzo al fiume ha dato poi vita ad una nuova creatura. Di Franco Piavoli, che con i film successivi è stato giustamente definito il poeta – contadino avendoli girati nel territorio rurale di Pozzolengo dove abita, è stato presentato “Emigranti” realizzato nel 1963. Un film, permeato di poesia, che coglie un’umanità povera costretta ad emigrare dalla propria terra in cerca di lavoro. L’occhio di Piavoli, attraverso una cinepresa 8 millimetri, coglie un gruppo di persone che su un treno trascorrono un’intera giornata, compresa la notte, per vederli giungere alla stazione di Milano, punto di snodo per la Svizzera e la Germania. Persone con gli occhi pieni di disperazione e di speranza di un futuro migliore che nel lungo percorso vivono una infinita solitudine. Agli anni Settanta appartiene invece “Nena” (1984), introdotto dallo stesso regista Roberto Fontanelli, che racconta la vita di Nazzarena Casini, l’ultima traghettatrice del Po, nata e vissuta a Salvatonica nel ferrarese, di cui Roberto Fontanelli coglie il profondo amore per il fiume e l’intensa umanità.

Dal Cortometraggio “Nena”

All’epoca nostra appartengono invece “La Porziuncola” di Lauro Crociani, girato sul luogo in cui Francesco D’Assisi ebbe la vocazione. Ma anche “Stage 2022” in cui Roberto Merlino ricostruisce lo svolgimento di uno Stage Fedic che Corte Tripoli Cinematografica organizza annualmente a Calci (Pisa). E “Si, lo voglio”, opera del 2022, realizzato da Rocco Olivieri e Vincenzo Cirilli, su soggetto e sceneggiatura di Enzo Bruno, che coinvolge lo spettatore fino alla fine, quando si scopre l’intimo segreto che unisce due uomini.  Uno sguardo sulla realtà del riformatorio di Pesaro è poi nel cortometraggio di Agostino Vincenzi che posa il suo sguardo pietoso su un’umanità emarginata dalla Società, del Cineclub “Cessare Pandolfi” di Pesaro è anche “El prem amor” di Giorgio Ricci che traduce per lo schermo una poesia dialettale del pesarese Antonio Nicoli, ma anche la poesia della torinese Maddalena Beltramo dal titolo “Ognisanti”. Un’altra opera di Giorgio Ricci è “Il ladro di biscotti”, tratto da un racconto di Valerie Cox che ambienta alla stazione di Pesaro una storia coinvolgente e divertente basata su un equivoco. In programma poi altri tre cortometraggi, presentati dagli stessi autori. Di Claudio Venanzini “Diagonia” incentrato sulla musica in un’opera sperimentale basata su “dodici note ma nessun accordo possibile”.  Della giovane Sonia Bertuccioli “Occhio verde” imperniato su “una realtà distopica di un probabile futuro”, e di Giorgio Bertuccioli “Non tutte le ciambelle riescono col buco”, una seconda indagine del Commissario Panizza, personaggio da lui inventato di una serie poliziesca.