Fedic Festival

DOCUMÈ – IL DOCUMENTARIO PER ME

di Gianluca Castellini

Si è svolta presso il centro di attività giovanili “la Fabbrica delle Candele” di Forlì, la seconda edizione di Documè. Un appuntamento che vede al centro dell’attenzione, ragazzi tra 15 e 18 anni, analizzare e valutare 16 documentari provenienti da 12 paesi.

Il documentario offre allo spettatore uno schema visivo ricco di suggestioni, frutto di racconti spesso sconosciuti.   il documentario può sovvertire o confermare un pensiero, può sorprendere, può creare processi empatici o di identificazione, può commuovere o fare sorridere. Il documentario è un linguaggio universale, utile allo sviluppo del pensiero.

E’ un viaggio in territori e argomenti sconosciuti.  Tutti questi paradigmi, li ritroviamo anche nella 2.a edizione di Docume’ dove i racconti s’intrecciano tra loro trovando nuove forme introspettive. Si parla di guerra, tradizioni, ecologia, arte, pandemia, tematiche declinate con le innumerevoli tecniche che il cinema di animazione offre.  Sono nuovi punti di vista, mai del tutto scontati che creano un interesse anche per argomenti a volte distanti dal nostro quotidiano. In 2 giornate una giuria composta da 210 ragazzi tra i 15 e i 18 anni, delle scuole Istituto Professionale Ruffilli e Liceo Artistico di Forlì, ha visionato 16 documentari animati apprezzandone sia le tecniche che le tematiche e conoscendo nuove prospettive. Sono nate discussioni, opinioni in un confronto maturo, all’insegna della curiosità. In linea generale si è avvertito un sottofondo di stupore al termine di ogni proiezione e diversi film sono stati accompagnati da lunghi applausi e brusii di approvazione. I film provenivano da 12 paesi. Al termine di lunghi ballottaggi il film che ha prevalso è risultato: “A guerra finita” di Simone Massi.

Dal documentario “A guerra finita”

Proprio su quest’ultimo film la giuria ha indicato il massimo dei voti, con un paio di alzate di mano in più rispetto al film Svizzero “Idodo”.   A guerra finita è un urlo di dolore di fronte alle aberrazioni della guerra. E’ un invito a dire basta di fronte al folle pensiero di sopraffazione. E’ un commovente messaggio sottolineato dalla voce sofferta di Gino strada che invita gli uomini ad abbandonare ogni forma di violenza: Un mondo senza guerra è un’altra utopia che non possiamo attendere oltre. Il corto prodotto da Simone Massi in collaborazione con Emergency, è un film in bianco e nero di 5 minuti ed è stato presentato in anteprima al Festival di Venezia del 2022.

Riportiamo i titoli degli otto finalisti: “Painting by numbers” (Australia), “Bach Hong” (Francia), “Abili a vivere” (Spagna), “A guerra finita” (Italia), “59days” (Grecia), “Iododo” (Svizzera), “Speak kandisky” (Canada), “Strates” (Francia).
La durata media dei film partecipanti era di 7 minuti. Un tempo breve ma con il giusto pathos per attirare l’attenzione della giovane giuria.
Le proiezioni sono state precedute da un’analisi didattica condotta da Simone Soranna della redazione di Long Take, sul significato di documentario e sulle molteplici sfaccettature: Documentario Sociale, geografico, politico, d’inchiesta, biografico, docu-fiction.

Un ulteriore spazio è stato dedicato al Mockumentary, (mock «falso» e (doc)umentary «documentario), il cosidetto finto documentario molto apprezzato dai ragazzi in sala per le sue caratteristiche spesso divertenti. Sono stati riportati alcuni esempi: “Il Mundial dimenticato” del (2011) di Lorenzo Garzella, Filippo Macelloni e “La vera storia della partita di nascondino più grande del mondo” (2021) di Davide Morando, Irene Cotroneo, Paolo Bonfadini.

Un momento dello svolgimento del Festival. Al centro Gianluca Castellini

Al termine delle proiezioni alcuni ragazzi sono stati intervistati dallo staff sedicicorto, con un giudizio generale sui film e sulle tecniche di animazione rappresentate.
Il documentario animato rappresenta un efficace sistema per trattare argomenti anche complessi, grazie all’impatto visivo che le tecniche di animazione riesce a trasmettere. Inoltre la breve durata dei film permette di mantenere alta la soglia di attenzione.