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TESTIMONIANZE – LA CINEPRESA SI È FERMATA

di Jacqueline Pante

La cinepresa si è fermata, Rolf Mandolesi è uscito di scena lo scorso 3 settembre 2021.
La sua ultima apparizione personale sul palcoscenico del cinema è stata nel 2016 a Suceava, all’UNICA, dopo pochi giorni di presenza ha dovuto essere ricoverato in ospedale, e da lì è stato riportato a casa in aereo con la Croce Rossa.

Rolf Mandolesi all’Assemblea UNICA del settembre 2007

Eravamo partiti assieme, io e Rolf come succedeva spesso da quando mi aveva introdotto all’UNICA, io in giuria e lui da autore. A casa si è ripreso, ma non ha più potuto viaggiare per i suoi amati festival e concorsi cinematografici. Tuttavia, è stato produttivo e creativo fino alla fine. L’anno scorso, uno dei suoi ultimi film ha vinto un premio allo Shumen Film Festival in Bulgaria.
Rolf, e la sua amata Nori, una signora piccola, graziosa, sempre elegante e sempre al suo fianco, lo conobbi grazie a Günther Haller, che era diventato il suo pupillo e anch’io per seguire il mio amore Günther, mi tuffai nel mondo dei cortometraggi non professionale.
Conobbi Rolf ad una delle serate e dei concorsi Staffa d’Oro a Merano, un uomo sportivamente elegante, dagli occhi azzurri, vivi e attenti, la mia prima impressione fu: caspita deve essere importante questo signor Rolf. E lo era, eccome! Lo scoprii man mano che frequentavamo i festival, i concorsi, che si discutevano i “filmini” che assaporavo un pochino del fantastico mondo del cinema, dei racconti e delle emozioni che ti trasmette.
Passammo molti fine settimana ai concorsi, Günther, io e i Mandolesi, noi quattro nell’Alfetta di Rolf. Di ritorno da Casteggio il baule era pieno di vino, tanto che sembrava che l’alfetta dovesse decollare da Casteggio verso Merano
Grazie a Rolf potei lavorare a Montecatini, tradurre e seguire qualche ospite straniero, potei divertirmi all’UNICA 1992 al Lido degli Estensi a tradurre le discussioni e a fare da cicerone agli ospiti. E al di sopra di tutto c’era Rolf, la guida, il direttore, che sapeva gestire un gruppo di entusiasti e volontari nel portare avanti un concorso internazionale con più di 500 persone. Incredibile la forza che sapeva trasmettere. Sempre perfetto, con la sua mise estiva, in azzurro e bianco, quel sorriso smagliante da ragazzo, e quel tono fermo da grande condottiero, che ti faceva rigare dritto.

Rolf Mandolesi al lavoro in India per “Way of life” (1996)

Da Rolf ho imparato ad analizzare i film. Le serate del nostro Cineclub a Merano gareggiavano i nostri film con quelli che Rolf portava dagli innumerevoli festival ai quali partecipava, in veste di autore, ma spesso anche in veste di giurato. E alle serate condivideva quanto vedeva e ci divertivamo a discutere il film, insomma il piccolo circolo cinematografico del S8 Club Merano FEDIC. E naturalmente non risparmiava con complimenti per i film stranieri, e sempre incitava i soci a dare cinema di qualità, a prendere il coraggio e uscire dal proprio perimetro del filmino sulla vacanza, a capire il montaggio, il racconto del film, e ci spiegava che il tempo dell’immagine è diverso da quello che l’occhio percepisce. Un Maestro.
I suoi oltre 60 film sono caratterizzati da un lavoro preciso della macchina da presa, da un montaggio nitido, da un sonoro accuratamente scelto e dalla totale mancanza di dialoghi o commenti; l’immagine da sola deve parlare e raccontare la storia. Questo era il suo credo, ispirato dai film di Franco Piavoli.
Rolf è rimasto fedele al suo stile: un occhio aperto alle diversità culturali, alla complessità della vita, aveva una sua grammatica filmica, che a volte aveva toni critici, soprattutto quando si trattava delle proprietà meno belle dell’uomo. Ha rappresentato per esempio l’avidità nei suoi capolavori “Cake” (1985) e “Apples” (1991). “Cake” è caratterizzato da primi piani impressionanti, e “Apples” da un paesaggio sonoro destrutturato.
Rolf era una cascata di idee, negli anni ’80 ha ripreso temi che non hanno perso nulla della loro attualità fino ad oggi, anzi: traffico, città frenetiche e sovraffollate, stress e turismo eccessivo, “Oasis 79” (1979) “Evasione” – (1980), “Circuito chiuso”, (1982), “Thai Live” (1984), “Intrusi” (1986), solo per nominarne alcuni.
Nei suoi numerosi viaggi, sempre accompagnato dalla sua amata Nori, la cinepresa/telecamera e l’attrezzatura audio erano parte integrante del suo bagaglio. Le vacanze per lui consistevano nel rilassarsi scoprendo, osservando e cercando soggetti. Ha portato a casa sempre qualcosa. Uno dei capolavori “vacanzieri” è il film “Uomini” (1988). I suoi documentari non erano mai voyeuristici, erano riflessioni e momenti di osservazione che stimolavano e emozionavano.
Rolf voleva essere un mediatore tra le lingue e le culture. Si è battuto instancabilmente per la parità di diritti tra i gruppi linguistici in Alto Adige, è stato mediatore e collegamento tra la FEDIC e l’UNICA, conosciuta a sud e a nord delle Alpi, si muoveva facilmente tra la cultura tedesca e quella italiana.
Con gli oltre 60 film che ha fatto durante la sua vita (senza contare le cronache di famiglia e amici), ha vinto migliaia di premi in tutto il mondo. Chiunque sia andato a trovarlo nella sua casa di Merano è rimasto impressionato dalle coppe, dai diplomi, dalle medaglie e dagli altri premi esposti. La prima volta che andai a casa sua, sono rimasta davvero impressionata dalla collezione di premi che non finiva mai.

Rolf Mandolesi in uno dei suoi viaggi

Da presidente del Super8& Video Club Merano, che ha fondato nel 1983 e che ha presieduto fino a poco tempo fa, ne ha guidato le sorti e ha coinvolto alcuni “allievi”, primo fra tutti Günther Haller, anche lui non** estraneo all’arena dei cineasti indipendenti. Gli ultimi anni mi ha insegnato e indicato come gestire il cineclub, sarà difficile senza la sua guida.
Abbiamo perso una persona che ha lasciato il segno nel cinema internazionale non professionale. Abbiamo perso un Signore, e un amico sincero, leale, corretto e generoso.
Una mia amica mi ha sempre chiesto informazioni sul nostro “Roger Moore” meranese. La somiglianza effettivamente c’era: aveva ragione, era bello, affascinante, galante e soprattutto intelligente e con un senso dell’umorismo, mancherà a tutti noi. Avremo ancora i suoi film. E le tracce che ha lasciato nel cuore di coloro che lo hanno conosciuto e gli sono stati vicini.

Ciao Rolf, saluta chi ti ha preceduto, buon viaggio.