CRONACA DEL 72. ITALIA FILM FEDIC
Insomma, Montecatini: la città del cinema nei giorni del 22-23 Giugno e la 72 a edizione ITALIA FILM FEDIC allo stabilimento Tamerici ed al cinema Imperiale!!
La serata del 22 Giugno si rivolgeva ai cinefili e non e la locandina è composta di un vecchio proiettore, che ci riporta agli anni settanta, in cui i film erano girati in pellicola e dall’immagine del moderno cellulare, il quale indica, invece, che oggi il cinema può essere fatto addirittura con libertà. Ma perché il cinema? Perché è “divertissement”, divertimento, è ricerca insieme con gli altri, è trovare se stessi, in un mondo troppo omologato. E’ difficile essere unici. Specialmente oggi, dopo la pandemia e il perdurare della guerra in Ucraina, c’è necessità del divertimento in senso lato, di andare oltre le barriere reali ed ideologiche.
Si è iniziato con un’Anteprima Festival realizzata, a cura del Cineclub “CinesocialValdinievole”, con un’iniziativa di Mario Gilardi, Presidente della sezione locale dell’Avis, e con l’aiuto di Antonella Birindelli, che si è augurato con fervore di voler ricostituire un Cine Club il più possibile ampio, come negli anni settanta con più di 80 soci, che facevano non filmini di famiglia, ma esperimenti, ricerca di nuove metodologie, linguaggi e contenuti , anche politici, in senso lato, come indica la derivazione greca “polis”, città, partecipazione e condivisione. Il significato del nome “CinesocialValdinievole” è indicativo, in quanto vuole aprirsi all’ambito di tutta la Valdinievole e rivolgersi ai giovani per un pieno coinvolgimento anche nei temi sociali.
E’ stata, poi, la volta di Laura Biggi, esponente di rilievo di “Cinema e scuola” e filmmaker, che, in primo luogo ha voluto rilevare la splendida cornice, in cui si svolgeva la serata: la sala “Galileo Chini” dello stabilimento Tamerici, unica in Italia, recentemente restaurata dall’ Associazione “Incanto Liberty”, in quanto è la bellezza che guida il mondo. La bellezza, la poesia, che risolleva tutti noi in un ambito originale, nuovo, diverso dalla quotidianità, riportandoci a quell’innocenza e ingenuità, tipica dei ragazzi e dei bambini, che hanno saputo farci rivivere, realizzando vari filmati girati nei campi scuola organizzati dalla Federazione italiana dei Cine Club.
Ha preso, quindi, la parola Lorenzo Caravello, Presidente nazionale FEDIC dal 2017, che si è caricato del peso e dell’ onore della Federazione, consapevole della necessità di proporre e di ricostituire Cineclub in tutta Italia, che sono, per ora costituiti non solo da soci anziani, ma anche da giovani pieni di entusiasmo e di fervore. L’impegno, che la sua carica comporta è notevole, perché non si conclude mai da un’edizione all’altra, anche se è fonte di notevoli soddisfazioni . Il Presidente ha rilevato, con un certo orgoglio, che la Federazione è anche l’unica che produce i film con fonti proprie, raggiungendo una notevole perfezione tecnica e filmica.
Ha concluso l’incontro Giuseppe Mallozzi, vicepresidente della Federazione Italiana dei Cineclub, curatore della Mostra su Pier Paolo Pasolini. Un giovane, quindi, fondatore del Cineclub di Gaeta, uno dei più attivi del Centro Sud.
La serata di martedì 22 Giugno ha costituito il necessario prologo per la giornata del 23, in cui si è svolta sia l’inaugurazione ufficiale della Mostra, sia della 72.a edizione di “Italia Film Festival”, con il fatidico taglio del nastro da parte del Vicesindaco ed Assessore allo sport, Alessandro Sartoni, che ha ringraziato i presenti, accorsi numerosi e in particolare il Professor Amedeo Bartolini, che tutti amiamo e stimiamo ancora oggi, che nell’estate del lontano 1973 aveva già accolto , come assessore alla cultura dell’ allora amministrazione comunale, il regista Per Paolo Pasolini, che aveva soggiornato, anche se per una sola notte nella nostra città. Alessandro Sartoni ha anche messo in rilievo l’ importanza del cinema e della Federazione Italiana dei Cineclub per Montecatini e per tutta la Valdinievole per le opere di qualità presentate. Giuseppe Mallozzi ha presentato, con cura e competenza la mostra su Pier Paolo Pasolini, evidenziandone le caratteristiche essenziali: manifesti inediti e rari, e le cosiddette “buste”, che accompagnavano l’uscita di questo regista conosciuto per le sue opere di inconsueta bellezza, ma non sempre amato, proprio per la sua tragica fine. Si è soffermato particolarmente su alcuni manifesti concernenti “Il Vangelo secondo Matteo”, film di religiosità profonda e laica, su Edipo re, sull’attore Ninetto Davoli e su uno, che riproduce alcuni ragazzi di vita di fronte ad un cadavere, che sembra preconizzare la morte tragica dello stesso Pasolini. La Mostra rimarrà aperta fine alla fine del mese di luglio. Un evento, quindi, da non perdere.
Ma la parte più significativa della serata del 23 Giugno, organizzata dalla sezione locale dell’Avis, presieduta da Mario Gilardi, è stata quella dedicata alle colonne sonore, tratte dai film più celebri e conosciuti del mondo, cantate da bambini e ragazzi di Montemurlo, che hanno trascinato i numerosissimi giovani presenti al galà con gioia ed entusiasmo.
Dal 24 al 26 giugno si è svolta la 72a edizione di Italia Film Festival, con le proiezioni, tenutesi al cinema Imperiale, tecnicamente perfette e molto fruibili. Particolare favore hanno avuto le proiezioni di Fedic Scuola: “1 Metro quadro”, “Giulietta prova a cambiare Romeo”, “Le parole del Cinema”, “Mama”, “Margot”, per la loro inventiva, semplicità e il modo diverso, ma anche profondo, di affrontare la persecuzione degli ebrei, così come avviene nel corto “Il nascondiglio”.
Le premiazioni sono state fatte nella serata del 25 giugno, dopo l’accurata visione della Giuria di Fedic Short, composta dai critici cinematografici: Valerio Caprara, Roberto Lasagna, Alberto Farina, mentre quella di Fedic Scuola era presieduta da Sarah Maestri. Sono stati anche assegnati due premi alla carriera: a Ivano Marescotti e a Franco Piavoli. Presenti anche i membri della giuria dei giovani, tutti particolarmente motivati e l’autore del corto fiction “Margot” Fausto Alongi del Cineclub di Palmi di Reggio Calabria con la fidanzata, che in questi stessi giorni sta facendo la prova di maturità. La FEDIC era al completo con la presenza del Presidente Lorenzo Caravello e dei co-direttori artistici Gianluca Castellini e Paolo Micalizzi, della tesoriera Antonella Citi e di Mariangela Michieletto, Archivista della Cineteca di Ivrea, che costituisce un vero e proprio patrimonio di cultura cinematografica e di storia.
La 72. edizione di Italia Film Festival è finita domenica mattina 26 Giugno: vi hanno partecipato anche Ivano Marescotti e Franco Piavoli, che hanno rallegrato il pubblico, con la loro verve ed ironia. Il primo ha detto che l’uscita dal mondo dello spettacolo è stata soltanto determinata dal suo voler “fare altro” dopo più di 120 partecipazioni teatrali e filmiche, anche se rimarrà sempre legato alla recitazione con i giovani proprio con la sua scuola di Ravenna, sottolineando che il mestiere dell’attore è caratterizzato da una certa artigianalità, dal cercare di impersonare il protagonista o meno di un’opera filmica o teatrale, nel miglior modo possibile, collaborando con il regista. Piavoli ha con intensità fatto capire che le immagini dei film devono essere “mute”, accompagnate da suoni reali, senza bisogno di parole, per saper parlare al cuore delle persone di tutti i tempi. Questa forza delle immagini è stata vista e sentita nei due film proiettati: “Il Cero” di Giuseppe Fina del 1955 del Cineclub Milano, che, basandosi sulla scomparsa di un bambino, ricostruisce un racconto surreale e realistico nello stesso tempo, creando un’atmosfera di fede e di superstizione; “Emigranti” di Franco Piavoli del 1963, dove una folla di persone del sud riempie la stazione di Milano, per recarsi in Svizzera, in Germania. Immagini crude, dure, con volti determinati, ma anche spaesati, donne vestite di nero e occhi rivolti verso l’alto, verso Dio, verso il nulla e il tutto della vita.
L’ intervista con Marescotti e Piavoli è stata tenuta con maestria da Paolo Micalizzi. Beppe Rizzo ha voluto ricordare, alla presenza della moglie Vivian Tullio, con parole commoventi due grandi della FEDIC recentemente scomparsi: Giorgio Sabbatini, socio storico della Federazione e Presidente del Cine Club Piemonte, e autore di più di 60 opere. Ricordato anche Rolf Mandolesi, Presidente dal 1983 Super 8 & Video Club Merano, che ha realizzato una cinquantina di opere, alcune delle quali trasmesse anche in TV private nazionali, come quella canadese e quella di Antenne 2 di Parigi. Hanno parlato di lui la Presidente del Cineclub Merano Jacqueline Pante e Gunther Haller , sia portando il saluto della moglie Nori, cha al momento non è potuto essere presente a Montecatini, sia ricordando la sua carica di Vicepresidente dell’UNICA.
A questo punto è toccato a me ricordare Giuliano Birindelli, rammaricandomi di essere riuscita, insieme a mio marito Eros, a ritrovare la copia del suo primo corto “Internati militari Italiani”. Ho cominciato il mio intervento, rilevando il valore del corto sulla base dei film, prima visionati, che ripropongono temi ancor oggi attuali, come quello dell’emigrazione che ci dovrebbero ancor oggi far riflettere.
Ho proseguito dicendo che per una figlia, parlare di un padre, come Giuliano Birindelli, è un onore, ma anche significa rinnovare un dolore, mai sopito ed una struggente mancanza. Era proprio un montecatinese , nato a Montecatini il 9 Novembre 1915, che ci ha lasciato il 14 Dicembre 2001, dopo una lunga malattia, che con tanta forza ha cercato di superare. La lotta ha caratterizzato tutta la sua vita, fin dalla Seconda guerra mondiale, dove ha subito la deportazione nei campi di sterminio, e poi, sapendo fare l’interprete fu spostato a Graz in Austria nei campi di lavoro, rimanendovi fino alla liberazione del 1945, quando con una bicicletta tedesca, è tornato, preso e arrestato dai partigiani. (Ironia della sorte, che, però, è stata subito rimessa nel verso giusto.)
Ha costituito nel 1947 la prima cooperativa edilizia, arrivando a costruire le villette degli impiegati delle Terme e del Comune di Montecatini di Viale Adua. Per rendere comprensibile la sua determinazione, ma anche la sua dose di “utopia”, nel 1949 gli era stato donato un biglietto d’auguri con scritto: “Illusione”.
Inoltre non si è mai stancato di perseguire obiettivi difficili, come quello di creare il Concorso e Mostra del Cinema a Montecatini, perché credeva che la nostra città potesse trovare, oltre alla cura delle acque, anche un notevole riscontro e introito dalla cultura e dal Cinema. Un’idea lungimirante, che si può considerare ancora oggi attuale e valida. Espressive sono le immagini del teatro Kursaal, piene di giovani e di appassionati. I soci del Cine Club Montecatini nel 1972 erano numerosissimi e il cinema era considerato un mezzo per cambiare la società. Soci importanti erano Ettore Pinochi, Mauro Tintori, il dottor Luigi Mochi, Nedo Niccolai, che credevano in questi valori .
Erano gli anni in cui Giulietta Masina e Federico Fellini frequentavano il Concorso nazionale del cinema d’amatore, che aveva cambiato nome con Mostra del Cinema. Ma anche gli anni di Vittorio Gassman e di Nino Manfredi. Anni in cui Giuliano Birindelli ha contribuito a questo trionfo del cinema insieme con altri grandi esponenti della FEDIC, prima con Gianni De Tomasi e Giampaolo Bernagozzi, poi con Adriano Asti, Giovanni Icardi, Mino Crocè, Massimo Maisetti, Rolf Mandolesi. Fu data vita anche alla Mostra del Cinema di San Giovanni Valdarno con Presidente Marino Borgogni e Amedeo Fabbricome organizzatore. Insomma tutta un’attività dedicata a valorizzare il cinema e la sua città natale che tanto amava e che ha “servito” anche come esponente politico, utilizzando i suoi corti, anche per evidenziare problematiche particolarmente scottanti, sulla speculazione edilizia a Montecatini come nel film “Due + Due=5”, che ha suscitato molto scalpore. E’ stato anche Presidente della Mostra del Cinema di Montecatini Terme dal 1982 al 1989, e l’ideatore e il Presidente della biennale del film Turistico, che si svolgeva all’Azienda autonoma di soggiorno di Montecatini dal 1984 fino al 1988, nel mese di ottobre.
Da ricordare sono il suo primo corto “Internati militari”, sulla sua diretta esperienza di guerra, ma anche incentrato sull’impegno civile, come Presidente della sezione montecatinese dei “Combattenti e reduci”, dando rilievo all’ Associazione a livello nazionale .
Un uomo, quindi, che non si è mai risparmiato: infatti, ha affrontato il tema della “scuola”, intesa come partecipazione e attività ludica nuova, realizzando il corto “I ragazzi di Vangile”, che affonda le sue radici sul valore della “storia”, come magistri vitae per tutti i tempi e che i ragazzi dovrebbero non solo visionare, ma soprattutto seguire come finalità, perché troppo spesso non viene trattata con uno sguardo al presente. Suggerisco che sarebbe significativo organizzare incontri con le varie scuole, riproiettando e riproponendo film e corti di Giuliano Birindelli, nell’ambito di “Cinema e Scuola”.
E’ stato anche il fondatore nel 1976, insieme con altri soci di “Telemontecatini”, la prima televisione “libera”, veramente libera non come le successive di Berlusconi.
Nel 1978 con il rapimento dell’Onorevole Aldo Moro e il successivo assassinio, furono realizzate trasmissioni con esponenti politici di tutta la Valdinievole, della Provincia di Pistoia, e il pubblico. Una trasmissione di successo fu il “GIROBAR” che metteva in competizione due bar con domande di ogni genere.
Nel corso degli anni 80 è stato capogruppo del Partito Socialista al Comune di Montecatini Terme nel Consiglio Comunale.
Un’ultima menzione deve essere fatta: è stato uno dei primi e forse più autorevoli fondatori dell’Asvalt (Associazione Valdinievole per la lotta contro i tumori), che opera tuttora con successo, facendo gli screening per l’A.S.L Centro e che ha sede nella pineta di Montecatini Terme.
Un giovane di ottanta anni, Paolo Micalizzi, pieno di entusiasmo si è rivolto a Eros Gagliardi, mio marito, che dagli anni settanta in poi ha condiviso, forse più di me, con mio padre le tematiche, i valori, ma soprattutto l’operatività, per spingerlo alla ricerca dei corti citati e realizzati, che costituiscono un patrimonio storico e culturale da salvaguardare e riproporre.
In conclusione, tre sono le parole – chiave che hanno guidato Giuliano Birindelli e che hanno caratterizzato tutta la sua vita: Cinema, volontariato e impegno sociale e politico, nel senso più ampio del termine.
Insomma, Giuliano Birindelli è stato una figura di rilievo, che deve e dovrà essere ricordato sempre per tutti noi e in particolare per Giacomo Gagliardi (figlio di Simone) e per i giovani di domani, perché potranno trovare in lui un esempio da seguire, nonostante le difficoltà che dovranno affrontare.
Un abbraccio affettuoso a Maddalena Beltramo che proprio il 26 Giugno ha compiuto novanta anni e che ha sempre collaborato con mio padre e la FEDIC.