QUALCHE IMPRESSIONE SUL 73° ITALIA FILM FEDIC
di Alfredo Baldi
Sono tornato a Montecatini Terme per l’annuale Festival della Fedic, “Italia Film Fedic, Mostra del cinema di Montecatini”, dopo due anni di assenza. Infatti non avevo potuto essere presente all’edizione del 2022, mentre lo ero stato a quella del 2021, analogamente alle altre precedenti a partire dal 2016. Quest’anno ho potuto partecipare per sole tre giornate, dal 23 al 25 giugno; le mie impressioni si limitano, perciò, a quanto è accaduto in quei giorni. Quest’anno, così come nel 2021, ero accompagnato da mia moglie Milena Vukotic, la quale allora faceva parte della Giuria, mentre quest’anno le era stato affidato il prestigioso incarico di Madrina del Festival.
Numerose le differenze – quasi tutte molto positive – che ho trovato rispetto all’edizione di due anni fa. Molto migliorata anzi tutto l’ospitalità, in un Hotel di ottimo livello e dotato di ampi e comodi spazi per riunioni, sia all’interno che all’esterno, attrezzato anche con una gradevole piscina all’aperto. Funzionale anche la sala cinematografica, il Cinema Imperiale, dove si sono tenute le proiezioni, a poca distanza dall’hotel, ampio, comodo e ben attrezzato, ma forse con un palcoscenico un po’ troppo alto e distante dal pubblico per le presentazioni di libri, dei film, le premiazioni, e così via. Comunque il programma delle proiezioni è stato curato con attenzione, evitando di costringere gli spettatori a stremanti maratone visive alle quali alcune precedenti edizioni ci avevano costretto.
Molto interessante è stata la visita delle due Mostre curate dalla Fedic e ospitate nel Palazzo del Turismo. La prima, organizzata da Gianluca Castellini di Sedicicorto di Forlì, comprendeva una quarantina di belle locandine di Vacanze romane – film uscito nel 1953 che nel 2023 ha quindi compiuto 70 anni – non solo italiane, ma di varie nazionalità, perfino cinesi o giapponesi, a dimostrare la popolarità di cui aveva goduto a suo tempo la pellicola. La seconda, curata da Maddalena Beltramo, Paolo Micalizzi e Vivian Tullio, si avvale dei manifesti che la “veterana” Maddalena Beltramo aveva accuratamente e provvidenzialmente conservato, in 35 anni di Festival Fedic di Montecatini, dal 1977 al 2011, consentendoci quindi di ripercorrere nel dettaglio le vicende di un lungo periodo della manifestazione.
Di alto livello la rassegna Fedic Short, per la quale sono stati selezionati e proiettati 11 film. Il premio è stato assegnato ex-aequo a “Europa 52”, regia di Andrea Viggiano del Cineclub Venezia, ambientato in un futuro distopico, racconto di una violenza oggi inimmaginabile nei confronti di un immigrato colpevole di una lieve trasgressione, e all’animazione “Sulle dune di Sabaudia”, di Gianluca Mambelli.
Di buon livello, contrassegnata comunque da un evidente lodevole impegno ecologico e ambientale di tutti i giovanissimi autori, la sezione “Fedic Scuola”, per la quale sono stati assegnati numerosi premi, in particolare il premio Autori Fedic a Il mistero del diadema reale, del Cineclub Fedic Wel Theather and Movie di Torino, ambiziosa, seppur acerba fiction in costume, ambientata nella Londra fine Ottocento.
Piacevole e inaspettata la visione, nella sezione “Passo lungo”, del mediometraggio “Centoventi vs Novecento”, con la regia del cineasta reggiano Alessandro Scillitani su soggetto di Alessandro Di Nuzzo. La pellicola rievoca una “storica” partita di calcio, svoltasi nei pressi di Parma il 16 marzo 1975, tra le troupe di due film diretti da famosi registi, le cui riprese si svolgevano, proprio in quel periodo, a pochi chilometri di distanza l’una dall’altra. Sto parlando di “Salò o le 120 giornate di Sodoma”, diretto da Pier Paolo Pasolini, e di “Novecento”, diretto da Bernardo Bertolucci. Gli autori del film sono riusciti a rintracciare diversi protagonisti diretti della sfida i quali rievocano il clima e gli eventi, non senza lasciare in sospeso la soluzione di un piccolo “giallo” relativamente alla partecipazione, o meno, alla partita dell’allora sedicenne Carlo Ancelotti, destinato a una fulgida carriera di giocatore e, poi, di allenatore. Il film è impreziosito dalle immagini in super8 – un po’ sfocate sul grande schermo ma tuttavia di grande fascino – girate durante e dopo la partita dalla moglie di Bertolucci, Claire People, con un’indimenticabile scena finale nella quale i giocatori di entrambe le squadre avversarie si avventano, affratellati, su una gigantesca torta guarnita di straripante panna, strappandola letteralmente a brani con le mani e ingoiandola a quattro palmenti, quasi a rievocare la famosa scena degli spaghetti al pomodoro infilati avidamente in bocca con le mani dagli affamati protagonisti di “Miseria e nobiltà” (1954) di Mario Mattoli, interpretato dal “principe della risata” Totò.
Last but not least, le premiazioni degli attori. Durante la movimentata serata finale, la madrina del Festival, Milena Vukotic, ha consegnato l’Airone alla carriera a Renato Carpentieri, troppo noto e bravo per qualsiasi commento da parte mia, mentre l’Airone per l’attrice esordiente è andato alla simpatica e graziosa Elisabetta Mazzullo, recente interprete di “Le otto montagne” (2022), tratto dal bestseller omonimo, Premio Strega, di Paolo Cognetti.
Per quanto riguarda gli aspetti extra-Fedic, ho apprezzato la ritrovata “movida” di Montecatini, composta soprattutto da turisti stranieri, tornata agli splendori degli anni pre-covid dopo i periodi bui e poco frequentati degli anni della pandemia. Unica nota negativa, da addebitare purtroppo alle autorità locali, la magnifica fontana Duetto dell’artista giapponese Susumu Shingu, situata a poca distanza dalle Terme Tettuccio, continua a rimanere statica e muta, ancora priva del prezioso liquido elemento che la vivificava in anni (molto) passati e le permetteva caleidoscopici giochi d’acqua, anche sonori, in perenne, magnetica trasformazione.