PISA – VENEZIA SENZA RITORNO
di Marco Rosati
Ogni volta che sono andato a Venezia una parte di me è voluta rimanere lì, in attesa di essere catturata al prossimo viaggio. Perché la magia di questa città è avvolgente ed il fascino della sua vita non poteva altro che ospitare un evento tanto importante. Ho avuto modo durante il tragitto in treno, di ripensare a come sono arrivato ad essere ospite di questo evento, e la mente ripercorre gli anni trascorsi: venti anni fa mi presentati con un soggetto a Corte Tripoli Cinematografica e da quel momento si sono aperti orizzonti ed occasioni, possibilità di conoscere persone e collaborare. Da una di queste collaborazioni con Nicola Raffaetà è nato “Fight Cineclub”, il corto premiato all’Italia Film FEDIC, che Paolo Micalizzi ha voluto fosse proiettato al Festival di Venezia.
Come uno dei battelli della città, significa approdare al Lido e far parte di un contesto nel quale ad ogni colpo d’occhio vedi persone del settore: giornalisti, attori, registi, tecnici. L’occasione offerta da Micalizzi è di essere nel salone dove Sergio Leone girò “C’era una volta in America”, sentirsi onorato dell’ospitalità e poter comunicare in conferenza alle persone presenti. Parlare di cinema in uno dei regni del cinema. Due minuti concessi al microfono, ma avrei voluto dire molto altro. Per cominciare i ringraziamenti alle persone che hanno reso possibile il film, ed ho voluto farlo pubblicamente, perché dietro un prodotto filmico ci sono sempre una moltitudine di anime che lo hanno reso possibile e questo è un attributo da ricordare ad ogni giovane autore. La sala a Venezia era colma di giovani ed allora sappiano che si può fare un breve film e vincere usando pochi mezzi ed ingrediente principale usare cronaca vera, fatti vissuti. Nel mio film ho narrato una vicenda che la maggior parte dei cineclub affrontano: la discussione post visione. Proprio all’Italia Film FEDIC, Bruno Bozzetto mi ha detto quanto reale fosse il mio film e di come lui si fosse trovato molte volte in quelle situazioni. Discussioni sul cinema e quale migliore trama per non citare grandi film. Questo è un altro fattore importante venuto fuori dal mio intervento alla conferenza: un invito a guardare tutto il cinema nell’arco dei suoi passati cento anni. La scuola migliore è proprio quella di visionare i film importanti ed è ciò che nel mio film fa da filo conduttore, puntando il dito contro certe facili critiche che, senza cultura, non hanno fondamento. E la critica è proprio l’ultimo punto che mi piace sottolineare da questa conferenza: sono pieno di orgoglio nell’aver ricevuto i sinceri complimenti da parte di alcuni ragazzi lì presenti, di altri autori e di amici. Sono partito per Venezia con una semplice borsa e torno con un bagaglio pieno di motivazione.
Di contorno poi ci sono le piacevoli chiacchierate costruttive con Manuele Moriconi su nuovi progetti, con Carlotta Bruschi riguardo i film in programmazione e con Marcello Zeppi sull’arte e l’amatorialità. Parole che sono i souvenir da portare a casa, i punti sui quali costruire nuove idee. Questo è Venezia, luogo che regala scenari dove davvero immaginare l’impossibile, galleggiando sui pensieri.