ADDIO, CARISSIMO AGOSTINO
di Teodoro Briguglio
Carissimo Agostino,
ricordi?
Ci siamo conosciuti quando, entrambi, per le vie insondabili del destino, decidemmo, ognuno in modo autonomo, di iscriverci al Cineclub Fedic di Pesaro.
Eravamo nella prima metà degli anni ’60 del secolo scorso, ed eravamo poco più che ventenni, e quindi i più giovani fra i soci del sodalizio tanto da sentirci inadeguati nei confronti dell’esperienza degli altri amici che non mancavano di darci consigli sulla tecnica e, soprattutto del modo di realizzare un film.
Uno dei consigli che mi è rimasto impresso, e forse è rimasto impresso anche nella tua mente, era: “un buon film deve partire da una sceneggiatura di ferro”.
Sono convinto che questo insegnamento Tu lo hai recepito in tutto il suo valore e messo in pratica nelle tue sceneggiature. Lo posso affermare perché hai sempre avuto la bontà di farmele leggere.
Fin dalle prime prove nel campo del cinema amatoriale, hai subito dimostrato di essere all’altezza delle migliori aspettative.
Oltre che il “cinema” ci accumulava l’interesse per la fotografia tanto che mi hai affidato il compito di documentare fotograficamente molti dei tuoi lavori.
Questa comunità di interessi ha rinsaldato la nostra Amicizia tanto che la “comunità” si è trasformata in “Comunione”, ed hai sempre ricambiato l’affetto che nutrivo e nutro per Te.
Ho potuto conoscere il tuo intimo che si esprimeva nella partecipazione emotiva che trasfondevi ed evidenziavi nei personaggi dei tuoi lavori. Tali capacità erano insite nel tuo prezioso bagaglio umano, oltre che culturale.
Mi ha sempre commosso il ricordo della frase che hai voluto mettere al posto della parola “Fine” in un tuo film.
“Ma quante orecchie occorrono dunque ad un uomo per sentire gli altri Piangere?”
Ora le tue orecchie, il tuo Cuore, pur non ascoltando e battendo più, saranno ancor più sensibili per sentire il mio piangere e il piangere di quanti ti hanno amato, di quanti hanno avuto il piacere, e l’onore di conoscerti.
Addio carissimo Agostino!