UN ANNO SENZA GIORGIO SABBATINI
di Giorgio Ricci
Ci sono dei momenti in cui nell’esporre delle argomentazioni non riesco a frenare i toni e so di sbagliare perché così facendo perdo di efficacia nel comunicare e devo immediatamente rallentare, fare un attimo di sosta, e poi cambiando tono continuare nella speranza di riuscire a trovare il tono giusto. In quell’attimo di pausa il mio pensiero non va a chi, durante i corsi di vendita, mi ha tentato di insegnarmi l’arte del comunicare verbalmente ma penso a Giorgio Sabbatini.
Nel mese di dicembre di un anno fa Giorgio ci ha lasciati e il suo ricordo durante questo periodo non mi ha mai abbandonato perché mi mancano le lunghe chiacchierate telefoniche che nell’ultimo mese però non potevano però durare troppo perché il male si faceva vivo spesso e intensamente impedendogli di parlare.
Anche in quei momenti Giorgio manteneva un tono calmo, elegante e rispettoso del suo interlocutore, come sempre aveva fatto. Quasi duemila anni fa qualcuno ha pensato bene di codificare delle regole di vita, 10 per l’esattezza e 7 di queste parlano del prossimo. Ebbene quando penso ai momenti trascorsi con Giorgio nella bonaccia e nella tempesta ricordo che il suo proporsi è sempre stato rispettoso di queste sette regole. Credo proprio di aver avuto la fortuna di imbattermi in un “Signore” quasi fuori dal tempo.
E’ impossibile dimenticarlo così come è impossibile non pensare al vuoto incolmabile che deve aver lasciato in Vivian, Paolo e al nipotino di cui non ricordo il nome ai quali sono vicino con affetto.