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IL TERREMOTO DEL BELICE NEL FILM DI UNA REGISTA BRESCIANA

Agenda Cinema ne propone la visione con dibattito a Brescia

di Laura Forcella Iascone

Che il documentario sia sdoganato come genere cinematografico d’autore e che possa servirsi del linguaggio dell’arte è ormai assodato. Lo hanno sancito, per esempio, storiche vittorie come quelle alla Mostra Internazionale d’Arte cinematografica di Venezia di Gianfranco Rosi nel 2013 con Sacro GRA e di Laura Poitras nel 2022 con All the Beauty in the Bloodshed. Non è un’esperienza comune, però, che un documentario d’autore, anzi d’autrice, possa con naturalezza connettersi al tema del Museo, tempio dell’arte secondo il comune sentire.

Un momento del dibattito a Brescia

Le cose ritrovate della regista Chiara Bazzoli, proiettato al Cinema Nuovo Eden di Brescia il 16 maggio nel palinsesto culturale del cineclub Fedic AGEnda Cinema, rappresenta bene questa insolita connessione. Per questo in sala, oltre alla regista e al critico cinematografico Massimo Morelli, ha preso la parola la storica dell’arte Federica Novali di Fondazione Brescia Musei e per questo è stata scelta una data in prossimità della Giornata Internazionale dei Musei che si celebra il 18 maggio.

Il film mette in scena – e l’espressione s’adatta alla modalità della ripresa cinematografica che tradisce la provenienza della regista dall’esperienza del “teatro sociale” – un percorso di memoria collettiva in relazione al terremoto del 1968 nel Belice, in Sicilia.  I dati di cronaca si diluiscono, potenziandosi, nei racconti privati dei sopravvissuti che la macchina da presa, a distanza di 50 anni dal terribile evento, registra nei trasalimenti delle voci e nei riti che ognuno, secondo la sua storia e la sua sensibilità, mette in atto per ricordare.

Il silenzio e la musica popolare dialogano tra loro in scenari dalla luce tenue e invadente, spaziando dalle deserte campagne siciliane al Cretto di Burri, un’incredibile opera di land art che ha steso, con il bianco della calce, il colore della luna sui resti del paese di Gibellina distrutto dal sisma. I ruderi diventano teatro di nuova vita, quella del presente, che afferma con commozione e testimonia con tenacia il permanere della memoria. Lo spazio abbandonato si popola di segni dalla potente carica simbolica che si fanno parole da leggere e da interpretare nella costruzione di un ideale museo all’aperto: si mostrano cose che acquistano senso perché qualcuno ci guida a interrogarle. Lo ha ricordato con efficacia Massimo Morelli che ha condotto l’intervista alla regista.

Chiara Bazzoli e gli organizzatoti sono stati soddisfatti della risposta del pubblico che ha riempito la sala e che ha partecipato al dibattito con osservazioni pertinenti e interessanti. C’è stata, a sorpresa, anche l’intervento di una signora di Salaparuta che aveva tre anni quando è stata testimone di quel terremoto. L’accompagnava la figlia, depositaria anche del racconto della nonna, grata alla regista per avere reso con le sue immagini una sicilianità non di maniera, aderente alla realtà e addolcita da uno sguardo poetico, strumento sempre indispensabile a elaborare qualsiasi tragedia.

La storica dell’arte Federica Novali ha istituito un parallelismo tra quel museo diffuso e all’aperto a cui ha dato vita il film e il nuovo allestimento di Casa della Memoria di Brescia in occasione del 50enario della strage di Piazza della Loggia, entrambi espressione di una memoria collettiva che si costruisce con reperti diversi e plurali, anche quelli che non siamo abituati a ritrovare nei musei tradizionali.

Il film, finanziato dalla Apulia Film Commission e dalla Fondazione Con il Sud, è stato realizzato con Rete Museale e Naturale Belicina e Amici di Don Peppuccio Augello di Trapani ed è oggi disponibile su Prime a questo link https://app.primevideo.com/detail?gti=amzn1.dv.gti.7f88ecb9-4f00-40ee-af24-f76dc4e13b5d&territory=IT&ref_=share_ios_movie&r=web.

Per chi ama il cinema non convenzionale e sente l’arte come patrimonio comune che attende solo di essere intercettato e messo in circolo è un appuntamento da non perdere.