TESTIMONIANZE: IL MIO RITORNO CON “TAPUM!” AL FESTIVAL FEDIC DI MONTECATINI
di Bruno Bozzetto
Ritornare nei luoghi della propria infanzia è sempre bello e fa rinascere antichi ricordi che si credevano ormai perduti. Ma anche ritornare nei luoghi che hanno visto iniziare la tua carriera, come è avvenuto alla Mostra del Cinema di Montecatini, dove presentai il mio primo cortometraggio animato “Tapum! La storia delle armi”, è emozionante, perché fa rivivere momenti particolari della tua vita in cui il futuro era roseo e affascinante, ma allo stesso tempo sfuggente e indefinito. C’era infatti molta passione, il desiderio di affrontare nuove realtà, ma le difficoltà erano enormi e non esisteva nessuna informazione specifica in materia. In Italia era reperibile un solo libretto di Halas e Privett “Come realizzare cartoni animati”, utile solo per capire i rudimenti dell’animazione. Nulla di meglio perciò, in simili situazioni, di qualche importante riconoscimento nei luoghi sacri del cinema, come Montecatini, per incoraggiarti e darti nuovo vigore per affrontare il futuro e spingerti a continuare su quella strada sconosciuta che non si sa dove ti avrebbe portato.
Ecco, ritornare a Montecatini dopo così tanti anni, quando ormai il futuro indefinito è diventato un piacevole passato, mi ha ricordato quanta riconoscenza devo a chi mi diede questa forza. Mi ha riportato alla mente i tempi gloriosi dei miei inizi, quando frequentavo, giovanissimo (avrò avuto 17 o 18 anni), il Cineclub Milano, allora gestito da Leonida Gafforio.
Di sera, simili a carbonari, si scendeva quasi furtivamente nella saletta interrata di viale Sondrio a vedere e discutere con emozione le realizzazioni dei cosiddetti “cinedilettanti”, come venivano spesso chiamati. Più tardi la parola si trasformò in “cineamatori”, una definizione migliore (ma non troppo) che però sento ancor mia perché con una sola parola esprime al meglio il sentimento di chi allora ideava, produceva, girava e montava il proprio film completamente da solo, con una passione ed un amore per il cinema, oggi forse sconosciuti.
Fu in quel periodo che conobbi importanti personaggi ed amici che mi avrebbero poi accompagnato per buona parte della mia vita, come il grande amico Massimo Maisetti, presidente della Fedic dal 1993 al 2012, Emilio Uberti, geniale regista, che per parecchi anni lavorerà poi anche nel nostro studio, dirigendo i migliori Caroselli prodotti dallo studio, e scoprii il fascino dell’animazione cineamatoriale grazie a Luigi Turolla. Fu lì che lo conobbi, anzi, lo osservai da lontano, perché per me era un mostro sacro e non avevo neppure il coraggio di avvicinarlo (ero un ragazzino), quando presentò “Sette note”, uno dei primissimi film d’animazione mai visti al Cine Club Milano. Grazie a lui capii quanto era nuovo e diverso un simile mezzo d’espressione, e quali grandi possibilità comunicative possedeva, e venni stimolato ad affrontare un’impresa quasi epica per una persona sola e senza conoscenze tecniche: un cortometraggio animato. Lo intitolai “Tapum! La storia delle armi”, e la parola “Tapum” la devo a mio padre e al ritornello di uno struggente canto degli alpini, “Venti giorni sull’Ortigara”, che gli stava molto a cuore.
Mio padre Umberto è stato per me una persona meravigliosa e indimenticabile, che fin dall’inizio ebbe totale fiducia in me e nei miei strani, e per lui incomprensibili, esperimenti e mi aiutò in tutti i modi possibili, fino al totale consolidamento dello studio Bozzetto. Per risolvere i problemi tecnici era imbattibile e nell’animazione degli anni 60 anni la tecnica, sia per realizzare la parte grafica che per la ripresa finale, era fondamentale. Se riuscii a girare il mio primo film fu solo possibile grazie ad un’incredibile “verticale” (nome tecnico della struttura necessaria per fotografare i singoli disegni del film) creata da lui e ricavata da un’asse da stiro di mia madre, trasformata e adattata da mio padre allo scopo che mi serviva. Sembrava impossibile pensare di realizzare un film con un’attrezzatura del genere, e nessuno mancava di farmelo notare, ma la cosa funzionò e il film, girato a scatto uno con una Paillard Bolex 16mm, venne felicemente completato.
E fu proprio nel Cine Club Milano di via Sondrio che presentai “Tapum! La storia delle armi”, il mio primo film, disegnato, animato e fotografato proprio mentre stavo sostenendo gli esami di maturità. Con risultati scolastici che potete immaginare… Ero emozionato a mille, era la prima proiezione di fronte ad un pubblico di adulti, specialisti, grandi appassionati e cultori di un’arte che amavo e non sapevo come l’avrebbero preso. Lo presero bene… e poi Montecatini, centro assoluto di questo mondo che mi affascinava, consolidò questo importante e positivo risultato spingendomi dolcemente ma inesorabilmente verso il magico regno dei disegni animati, da cui non sono più uscito, perché trovavo troppo affascinante un mondo dove era la fantasia a decidere del mio futuro. Ecco! Queste sono le sensazioni che ho provato ritornando a Montecatini dopo più di 60 anni… Ricordi, emozioni, sentimenti, anche se talvolta velati di tristezza, che si sono accavallati confusamente, riportando alla vita un meraviglioso mondo ormai scomparso, ma vivo dentro di me e, spero, dentro tutti i miei film.