di Giorgio Ricci

Come ricorderà chi segue FEDIC Magazine nel mese di gennaio è stato presentato il cortometraggio “Poesie per Chiara” opera di Giorgio Ricci premiata a San Giovanni Valdarno dalla Giuria giovani nel 2012. Con la stessa opera si rendeva omaggio non solo all’artista Garner Tullis ma anche al mecenate pesarese Vittorio Livi.
Il mese di febbraio, ed esattamente sabato 18 alle ore 19, si è reso omaggio all’avvocato Alessandro Marcucci Pinoli conte di Valfesina, proprietario dell’ Alexander Museum Palace Hotel di Pesaro.
Il conte, infatti, ha costruito l’Hotel menzionato facendolo arredare da artisti contemporanei. Non esiste parete di luoghi comuni o delle camere che non porti il nome di una artista e non sia arredata dallo stesso.

Ripercorrendo la strada dei suoi antenati, dopo circa 300 anni, il Conte Marcucci, Nani per i tanti amici, ha voluto accogliere in questa struttura quasi cento artisti, interpreti di vari stili, senza minimamente interferire sulla scelta dei temi da loro trattati e con il massimo rispetto li ha lasciati liberi in una esplosione di fantasia che non si trova in nessuno dei rarissimi Hotel del mondo che hanno affidato l’arredamento della struttura alberghiera a qualche artista. E non solo li ha accolti con ma continua ad ospitare per undici mesi all’anno, nella sala degli specchi, con il ritmo di due al mese, mostre di vari artisti. Il tutto a titolo non oneroso per gli espositori.
Giorgio Ricci, nel 2021, convinto che chi è meritevole debba essere ringraziato quando può toccare con mano il ringraziamento e godere nell’averlo ricevuto, ha inteso rendere omaggio a questo  novello mecenate dedicandogli un documentario della lunghezza di circa 20 minuti.
Come al solito la platea non era aperta al pubblico ma solo ad invitati. Hanno assistito circa 20 persone che alla fine della proiezione si sono intrattenute con il Conte Marcucci  e con Giorgio Ricci.
Nello stesso Hotel nel prossimo mese di marzo verrà proiettato il giorno 17 alle 18,30 un altro documentario di Giorgio Ricci dedicato all’acquarellista Franco Fiorucci autore anche dell’arredo di una della 68 camere dell’Hotel.