UN RICCO E VARIEGATO PROGRAMMA AL DICIANNOVESIMO SEDICICORTO FORLÌ INTERNATIONAL FILM FESTIVAL
di Paolo Micalizzi
Centotrentasei film provenienti da 51 Paesi, scelti tra i 3024 giunti da 118 Paesi, oltre 100 anteprime, 7 Sezioni competitive, 2 “Fuori Concorso”, per 29 programmi di proiezione. Queste le cifre della 19.a Edizione di Sedicicorto Forrlì International Film Festival a cui devono aggiungersi 10 Concerti, 9 Industry meeting e spettacoli coreografici che hanno dato vitalità musicale e culturale a questo Festival che sempre più occupa un posto di rilievo nel panorama dei Festival italiani. Ma anche in quello internazionale, grazie alla presenza di numerosi filmmaker provenienti da vari Paesi che ben s’inseriscono nel gruppo di circa 150 professionisti che quest’anno hanno frequentato il Festival forlivese.
Un Festival che il Direttore artistico Gianluca Castellini ha presentato nella Conferenza Stampa, prima dell’inaugurazione, in questo modo: “E’ la passione la leva su cui è stata impostata l’edizione corrente. Una programmazione che tiene salda la certezza della qualità competitiva, con la varietà delle proposte da un mondo ancora capace di storie avvincenti.
Gli argomenti di quest’anno sfiorano diverse aree: si tocca la profondità di strati sociali che combattono una vita quotidiana di sopravvivenza di stenti e di ingiustizie. Si passa alle visioni oniriche di film che attraverso simbolismi più o meno evidenti rispecchiano alcune tradizioni peculiari di alcuni Paesi. Si affrontano i conflitti in ambito lavorativo per fare prevalere i propri diritti e le attitudini personali. Non mancano i protagonisti del mondo adolescente, con le loro ansie, preoccupazioni, i desideri di affermarsi in contesti spesso improbabili, il loro rapporto con un mondo adulto spesso controverso e tormentato, con necessità generazionali diverse e complesse”.
Gianluca Castellini ha anche sottolineato che “il Festival in generale è un trasmettitore di impulsi ed un sistema di aggregazione dove è possibile scambiare idee, confrontarsi sui temi, dialogare con esperti. Un contatto e clima di affiatamento che favorisce una sempre maggior possibilità di crescita del pubblico”. Una situazione che possiamo testimoniare in senso positivo frequentando questo Festival da alcuni anni. Nel corso del Festival vi sono stati incontri fra filmmakers che hanno affrontato temi che riguardano il mondo di chi fa cinema, ma anche fra persone che si occupano di cinema a Forlì allo scopo di creare fra loro una maggiore aggregazione. E tante altre iniziative di arricchimento culturale come quella su “Il centenario” in cui Enrico Gaudenzi si è soffermato su quattro film realizzati nel 1922. Da “Femmine folli” di Erich von Stroheim: un capolavoro “maudit” sul falso splendore di un mondo fasullo di sedicenti aristocratici di cui il regista austriaco sottolinea la meschinità umana e l’ipocrisia sociale a “Nosferatu” di Friedrich Wilhelm Murnau, un horror – film liberamente ispirato al “Dracula” di Stoker con forti richiami metaforici e simbolici dove il vampiro rappresenta una metafora della tirannia. Ma anche “Hasan – La stregoneria attraverso i secoli “del danese Benjamin Christensen e “Il dottor Mabuse”. Il primo è un’opera, tra il documentario e il dramma, che suscitò scandalo per i contenuti (specie presso le organizzazioni cattoliche) e interesse tra gli studiosi per l’originalità della struttura e il prestigio formale delle immagini, mentre il secondo è uno dei film più celebri del cinema espressionista tedesco: capolavoro della paura, molto inquietante. Ma anche il Cine Book, programma di cineletteratura a cura di Gabriella Maldini, che ha reso omaggio a Pier Paolo Pasolini attraverso l’evidenziazione dei film “Accattone”, “Il Vangelo secondo Matteo” e “Medea”. Iniziative anche sul doppiaggio, sull’animazione, sul cinema iraniano ed ucraino. Ma anche all’autore FEDIC Giampaolo Bernagozzi, di cui è stato presentato “Italicus”, realizzato nel 1974 insieme a Pier Luigi Buganè, un documentario sulla strage del treno Italicus, avvenuta il 4 agosto 1974 a San Benedetto Val di Sambro, realizzato con materiale documentario di manifestazioni dell’epoca.
Cinque le Giurie per l’assegnazione dei Premi della 19.ma edizione del Sedicicorto International Film Festival. Il Premio Movie è stato attribuito al documentario “Alì e la sua pecora miracolosa” di Marythem Ridha(Iraq) incentrato sulla decisione di Alì di sacrificare la pecora Kirmeta che però soffre nel viaggio di 400 chilometri fino allo sfinimento.
Ma grazie alle preghiere della nonna accadrà un evento miracoloso che la renderà una pecora speciale. Una favola, secondo la Giuria, che descrive un viaggio verso la salvezza, contrapponendo la delicatezza dell’animo fanciullesco alla brutalità della guerra irachena. L’”Animalab” ha premiato “Una volta c’era il mare” della polacca Joanna Kozuch, un corto d’animazione sulla memoria da parte degli ultimi testimoni di Mo’ynoq: le sponde originarie del lago d’Aral, oggi prosciugato, che oggi è un deserto di sale. Il Premio “Cortitalia” è appannaggio di “Mammarranca” di Francesco Piras. Protagonisti due bambini che vivono a Sant’Elia, un quartiere popolare della periferia di Cagliari, la cui vita sembra poter cambiare improvvisamente quando il biglietto di un gioco a premi finisce in modo rocambolesco nelle loro mani. Premiata per essere una storia di amicizia, complicità e collaborazione raccontata attraverso lo sguardo puro e libero che caratterizza l’età dell’infanzia, oltre che per la sua qualità stilistica e tecnica. Premio Cortoinloco, cioè ad opere prodotte in Emilia -Romagna, a “Un giorno di vento” di Enrico Poli, riflessioni di un uomo sulla morte che non consente ormai di cambiare un mondo ormai condannato dall’inquinamento. Un modo originale di affrontare una realtà drammatica. Altri premi ancora. Quello attribuito dalla FEDIC, che è stato assegnato alla miglior Opera del Festival, è andato a “Insieme a loro” di Tommaso Ferrara che racconta il rapporto conflittuale di un giovane con la madre mettendo in evidenza con delicatezza un sentimento adolescenziale ricco di pathos e sguardi profondi.
Premi “Animare” all’italiano Maurizio Forestieri per “Hanukhah – La Festa delle Luci”, un corto ambientato nella Roma del secondo dopoguerra dove alla mancanza del necessario per realizzare la festa di Hanukkah, vincerà l’amicizia e la solidarietà. Premio di Cinemaitaliano.info a Laura Samani, regista del film “Piccolo corpo” e Premio del Pubblico al polacco “First” di Adam Hartwinski incentrato su una donna che decide di partorire lo stesso malgrado abbai scoperto che il bambino che aspetta ha una malattia genetica incurabile e, probabilmente, morirà dopo la nascita.
Il cinema d’animazione ha avuto al Sedicicorto International Film Festival un ruolo importante. Gli incontri di Lapix, che hanno avuto luogo al Circolo Aurora, sono stati frequentati da moltissimi giovani interessati a conoscere il mondo dell’animazione. Ed un omaggio è stato reso alla memoria di Giannalberto Bendazzi, che sul cinema d’animazione italiano ha pubblicato alcuni volumi che sono un assoluto riferimento per studiosi ed appassionati. In sua memoria sono stati proiettati sette filma cui lui era particolarmente legato.
L’evento, che è stato presentato da Eric Rittatore che ha ricordato l’importante percorso di Giannalberto Bendazzi nel cinema d’animazione, faceva parte di uno spazio speciale realizzato in collaborazione con le due Associazioni di Cultura Cinematografica CINIT-CINEFORUM e FEDIC.
Ospiti del Festival di Forlì due personaggi molto noti dello spettacolo, gli attori Leo Gullotta e Massimo Foschi, che hanno ricevuto il Premio alla Carriera ed hanno tenuto ciascuno un’interessante masterclass seguita da un numeroso pubblico. Il primo, attivo nel cinema, in teatro ed in televisione ha anche partecipato a numerosi cortometraggi e svolto attività di doppiatore. Un ruolo, quest’ultimo in cui si è particolarmente distinto Massimo Foschi, la cui carriera, come ha ricordato, risale al ridoppiaggio di “Quarto potere” di Orson Welles e vanta anche l’aver dato la voce a Rutger Hauer in “Ladyhawke”.
Di particolare interesse la Mostra su Pier Paolo Pasolini “Cent’anni di luce”, da una frase di Oriana Fallaci nell’intervista fatta allo scrittore – regista, che è stata curata in modo originale dal Direttore artistico del Festival Gianluca Castellini utilizzando opere di artisti internazionali che hanno rielaborato immagini dell’indimenticabile Pier Paolo Pasolini.
In omaggio al regista è stato proiettato “La ricotta”, episodio del film del 1963 “Ro.Go.Pa.G.” (Rossellini, Godard, Pasolini, Gregoretti), con presentazione di Roberto Chiesi, Marco Antonio Bazzocchi e Roberto Cernero.